Visioni felliniane, le immagini più belle di Federico Fellini a vent’anni dalla sua scomparsa

Era nato a Rimini nel 1920, ma lasciò la sua casa da giovanissimo, a 19 anni, per raggiungere la capitale e qui laurearsi in Giurisprudenza. Ma Federico Fellini non sosterrà neanche un esame all’università, perché il suo vero scopo una volta arrivato a Roma era quello di diventare un giornalista.

Poi il destino ha fatto il suo gioco e in poco tempo Federico Fellini da vignettista del giornale satirico Marc’Aurelio inizia a scrivere sceneggiature e, arrivato a trent’anni, la prima esperienza come regista. E’ nel 1950 che Fellini, infatti, debutta alla regia con “Luci del varietà“, che dirige insieme ad Alberto Lattuada.

Federico Fellini dirige Donald Sutherland durante le riprese di “Casanova” nel 1976.
Foto | AFP/AFP/Getty Images

 

Non fu un successo. Ci vorrà ancora qualche tempo prima che Federico Fellini venga realmente apprezzato per il suo modo rivoluzionario ed anticonformista di fare cinema. Sono gli ani ’50 e l’Italia sta rapidamente cambiando e Federico Fellini cavalcherà questo cambiamento facendone il tema portante delle sue pellicole, calcando però la mano per evidenziare il contrasto tra il benessere economico e la decadenza morale che questa ricchezza ha portato all’Italia.

Non sono per il cinema-verità, sono per il cinema-falsità

Questa è una frase ricorrente delle interviste di Federico Fellini, un regista che nei suoi film non ha mai smesso di essere un sognatore e un visionario. Da «I vitelloni» a «La dolce vita», passando per «8 ½» (una delle prime pellicole di meta-cinema) fino a «Ginger e Fred» e «La voce della luna», il film testamento del regista riminese, Federico Fellini è stato autore di un cinema unico e mai più ripetibile.

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