Alimentare la bellezza. Questo è uno dei paradigmi di Monica Bellucci, che compirà 52 anni il 30 settembre e che è in splendida forma. Lo ha dimostrato abbagliando tutti alla Mostra del cinema di Venezia.
Lo dimostra sul set. All’indomani della copertina di Paris Match, Venere che emerge dalle acque, l’attrice è stata a Venezia per presentare in concorso On the Milky Road del regista serbo Emir Kusturica che torna trentacinque anni dopo il suo film di debutto Ti ricordi Dolly Bell? che quell’anno vinse il Leone d’oro per l’opera prima.
Il personaggio interpretato da Monica Bellucci, che non ha nome e viene chiamata La Sposa, dice che “la bellezza, come la gentilezza, tira fuori il peggio delle persone”, un pensiero che anche l’attrice condivide: “La bellezza crea curiosità e violenza, dipende dove capiti. Bisogna saper gestire l’amore che può provocare la bellezza ma anche la violenza che può causare”. “Comunque – aggiunge – io credo che la bellezza sia più un regalo che una maledizione e poi, come dico sempre, basta aspettare un pochino che passa”.
Nel film la violenza esplode nel momento in cui una rifugiata italiana che è sfuggita all’ossessione e alla gelosia di un generale inglese, arriva in un piccolo villaggio dell’Erzegovina dove vive un lattaio (lo stesso Kusturica) che schivando pallottole ogni giorno porta le provviste ai soldati bloccati in trincea. La guerra è quella dei Balcani degli anni Novanta, ma l’ambientazione è senza tempo:
Kusturica ha fatto un film di guerra senza fare un film politico perché la storia che raccontiamo potrebbe svolgersi in qualunque epoca, in qualunque guerra. Raccontiamo una storia d’amore, un amore maturo, i cui protagonisti non sono più giovani; hanno visto tutto nella vita, non hanno niente da perdere ma nel momento in cui si incontrano capiscono che c’è la possibilità di creare qualcosa di magico.
Kusturica è partito dal suo cortometraggio Our Life, protagonista un prete cristiano ortodosso che vive con gli animali sulle montagne della Serbia e ogni giorno scala una parete rocciosa portando sassi pesantissimi per costruire uno strano mausoleo. Spiega il regista:
Abbiamo deciso di trasformare il corto in un lungo con una sorta di deduzione, il film è un viaggio per capire chi fosse quell’uomo e cosa lo ha portato a questo dramma. Il dramma è ispirato alla storia vera di un soldato russo in Afghanistan che fu salvato da un serpente e anche ad un’altra storia vera, accaduta ad una ragazza serba tanto bella da far innamorare pazzamente un generale ucraino che per lei finì per uccidere la sua moglie. A questa donna è ispirato il personaggio di Monica.