Guardare al futuro, senza mai dimenticare il passato. Sembrano essere questi gli input sullo sfondo di Venezia 73, che per la quinta volta gode della giurisdizione di Alberto Barbera.
Leggendo il programma completo del Festival di Venezia 2016 si ha l’impressione che se la scorsa edizione della Mostra, forse per via dell’incertezza legata al futuro del direttore, era apparsa un po’ appoggiata a un cinema “da salotto”, un po’ timido, quest’anno lo staff ha conquistato il meglio sulla piazza bilanciando le esigenze parallele di essere, per dirla con il presidente Baratta, da un lato“trampolino di lancio verso il mercato o altri momenti dalle più importanti realtà produttive internazionali”, e dall’altro “imprevedibili, perché se non si è imprevedibili non si serve nell’ambito delle mostre d’arte. Imprevedibilità e capacità di correre rischi sono caratteristiche fondanti di un’istituto d’arte, altrimenti di diventa un’agenzia d’informazione.”
La Mostra del quinto anno di gestione Alberto Barbera sarà per l’occasione dedicata a due grandi registi scomparsi nel corso di questo sfortunato 2016: Michael Cimino e Abbas Kiarostami.
Sarà inoltre una Mostra capace di portare al Lido film attesissimi quali Jackie di Pablo Larrain o Voyage of Time di Terrence Malick; di schierare in concorso “i tre film italiani che non vi aspettavate”, come dice il direttore: quelli di Roan Johnson, Giuseppe Piccioni e della coppiaD’Anolfi/Parente; di portare divi come Michael Fassbender e Alicia Vikander(The Lights Between the Ocean), Jake Gyllenhaal (Nocturnal Animals), Amy Adams (sempre il film di Tom Ford e quello di Denis Villeneuve, Arrivals, cheBarbera ha raccontato come un incrocio tra un film di Spielberg e uno diMalick), e ovviamente la coppia di La La Land Gosling-Stone; nomi storici comeWim Wenders e Emir Kusturica e emergenti come Ana Lily Amirpour o Martin Koolhoven.