Tanti applausi alla proiezione stampa di Terramatta di Costanza Quatriglio, documentario biografico presentato al Festival di Venezia nella sezione Venice Days – Giornate degli Autori. Il film della Quatriglio è incentrato sul siciliano Vincenzo Rabito (1899-1981), analfabeta che scrisse da autodidatta le sue memorie di soldato, camicia nera, muratore, cantoniere, marito e padre.
Il film, co-prodotto e distribuito da Cinecittà Luce, dopo un’uscita nelle sale arriverà in dvd tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre.
TERRAMATTA – IL NOVECENTO ITALIANO DI VINCENZO RABITO ANALFABETA SICILIANO
Una sinfonia di paesaggi di oggi e di ieri, filmati d´archivio e musiche elettroniche, terre vicine e lontane. Una lingua inventata, né italiano né dialetto, musicale ed espressiva come quella di un cantastorie. Nato nel 1899, l´analfabeta siciliano Vincenzo Rabito racconta il Novecento attraverso migliaia di fitte pagine dattiloscritte raccolte in quaderni legati con la corda. Dall´estrema povertà al boom economico, è un secolo di guerre e disgrazie, ma anche di riscatto e lavoro. Il punto di vista inedito è quello di un ultimo che, scrivendo la propria autobiografia, rilegge la storia d’Italia in una narrazione appassionata e travolgente che emoziona e commuove, obbligando a fare i conti con verità contraddittorie e scomode.
Il punto e virgola a separare ogni parola è un cratere tutto blu sulla superficie ruvida di pagine ingiallite tenute insieme con lo spago. Le lettere dattiloscritte sono gigantesche, le metto a fuoco una alla volta; sono ognuna l´esito di una battaglia e, quando la parola si compone, sembra che la guerra sia vinta, anche se il guerriero non può riposare, perché un´altra battaglia e un´altra guerra lo attende … la messa a fuoco è la nostra punteggiatura, a interpretare un ecosistema di parole storpiate, eppure coerenti ed efficacissime nella loro forza espressiva. Rabito, come un cantastorie, attraversa a piedi un secolo, entrando di diritto nelle pieghe dei grandi eventi collettivi con l´inchiostro sgrammaticato della sua macchina da scrivere. Per questo la visione ufficiale della storiografia per immagini viene contraddetta in ogni passaggio, in ogni inquadratura. Ho reinventato il significato di quei filmati in bianco e nero sporcandoli, a mia volta, d´inchiostro blu, verde, rosso, giallo. Terramatta;: è un film in soggettiva, e anche un po´ on the road, perché lui era un camminatore: andava a piedi ovunque e io ho filmato le strade pensando a come le percorreva lui. Strade lunghe e polverose, vicoli dolci e silenziosi. Un incedere ostinato e solitario, proprio come il ticchettio della sua macchina da scrivere. (Costanza Quatriglio)
(fonte Ansa)