Ben otto minuti di applausi hanno accolto ieri sera la proiezione al Festival di Venezia della commedia E’ stato il figlio di Daniel Ciprì, primo dei tre italiani in concorso quest’anno nella Selezione Ufficiale della Mostra. Dopo il salto vi proponiamo immagini, commenti e reazioni del regista e del protagonista del film Toni Servillo.
Ciprì parla della genesi del suo film:
Va detto che questo film, tratto dal romanzo di Roberto Alajmo (Mondadori), é una storia vera. Una storia che è un po’ uno specchio del mondo contemporaneo, ma che sembra anche una tragedia greca. Il grottesco mi serviva per raccontare questa storia veramente tragica, ma che, ripeto, è uno specchio della realtà. E’ anche un lavoro che racconta come quel benessere che dovrebbe portare il bene invece porta l’esatto contrario. I soldi spaccano le famiglie. Io non ho corso questo rischio perché vengo da una famiglia povera, ma si vede quello che sta succedendo oggi in Italia con la crisi: siamo ritornati agli scippi, ritornano le rapine e poi con i soldi si va a giocare a gratta e vinci.
Servillo parla di famiglia e Sicilia:
Il film rispecchia in maniera straordinaria il nucleo familiare, le leggi arcaiche della Sicilia, e non solo, e gli stessi smarrimenti di una società dove antico e moderno convivono. E ancora racconta come il sangue chiami il denaro e questo, a sua volta, chiami il sangue…un’offesa all’infanzia. Perché due dei giovani protagonisti, in un’età in cui si è lontani dall’idea della morte, si ritrovano a doverla affrontare.
Ciprì cita il collega Maresco:
C’é il dolore di aver lasciato Franco, ma sono andato a fare un film da solo come se fossi, e sono, un artigiano. Io, insomma, continuo a non essere un grande scrittore, mentre sono bravo ad elaborare immagini.
(Fonte Ansa – Photo Credits | Getty Images)