Valeria Golino è pronta per la grande prova. Tra poche ore il suo primo film come regista sarà nelle sale e sarà sottoposto al giudizio del pubblico.
Ma le prove per questo esordio alla regia non sono finite: pochissimi giorni di relax e poi Miele dovrà volare a Cannes per essere presentato nella sezione Un Certain Regard della kermesse.
Miele è un film che parla di morte. La morte che Irene, la protagonista della pellicola interpretata da Jasmine Trinca – concede ai malati terminali che richiedono il suo aiuto. Lei è un angelo della morte, il suo lavoro – nascosto a tutti – è quello di aiutare persone che soffrono irrimediabilmente a mettere fine alle loro sofferenze e poter, così, morire dignitosamente.
Un ruolo difficile da interpretare, tanto da regista quanto da attrice. Ma l’obiettivo del tratteggiare questo personaggio senza esasperare i toni e senza, soprattutto, cadere nei luoghi comuni è stato raggiunto. Per quanto, infatti, Miele sia chiaramente un’opera di un esordiente – con tutti i pregi e i difetti che questo comporta – la costruzione del personaggio è stata ben calibrata e ben definita.
Il tutto da un punto di vista femminile. E sono proprio le due protagoniste – la Golino dietro la macchina da presa e Jasmine Trinca davanti – a raccontarci questa esperienza in due video interviste.