Tutti contro tutti, film di e con Marco Ravello, uscirà il 28 febbraio nelle sale italiane. La pellicola racconta una storia purtroppo molto comune nell’Italia contemporanea, quella dell’occupazione delle case, pur rimanendo nello schema della commedia e senza perdere la freschezza e la capacità di essere ironici degli italiani anche di fronte a momenti di difficoltà.
Rolando Ravello debutta alla regia con Tutti contro tutti, dopo una carriera di attore iniziata nel 1995 con Ettore Scola e ugualmente distribuita tra cinema, teatro e televisione. Ed è lui stesso a raccontarci come è nato il suo primo film come regista e come si sente oggi, dopo essere passato dall’altra parte della barricata.
Regista ancora non mi ci sento. Ho fatto l’esame, ma ancora devono uscire i quadri. Promosso o bocciato, girare questo film è stata una liberazione, una ventina di anni di analisi risparmiati, la scoperta di una parte di me che misteriosamente nascondevo.
La scrittura di Tutti contro tutti è stato un processo lungo, che è passato attraverso molte fasi prima di arrivare, finalmente, sui grandi schermi. L’idea è arrivata da un fatto realmente accaduto.
Agostino mi chiamò mentre ero in mezzo al traffico, per raccontarmi che gli avevano rubato casa, mi è venuto naturale pensare ad un film che raccontasse le battaglie che si trova a combattere chi vive il nostro tempo.
Nasce così un primo soggetto che diventa Agostino, piece teatrale per la regia di Lorenzo Gioielli. Nasce poi il documentario Via Volontè n.9, con Emilio Marrese e la regia di Lorenzo Scurati. Arriva, successivamente, il momento di fare il grande passo, reso possibile grazie alla collaborazione di Fandango e Warner.
Volevo raccontare questa storia quasi con i colori di una favola, come se avvenisse sotto l’enorme tendone di un circo, mantenendo la commedia, senza tuttavia perdere il realismo e l’umanità che cercavo dai personaggi e ho trovato persone entusiaste e complici.
Una grande prova, quindi, nella quale ha voluto coinvolgere molti collaboratori che si sono rivelati essere un sostegno prezioso per la realizzazione di Tutti contro tutti. Ma la prova più difficile è stata, come racconta Rolando Ravello, porsi senza difese davanti al pubblico, senza la copertura di un personaggio da interpretare.
Come attore hai sempre un personaggio dietro al quale puoi nasconderti, qui invece si gioca a carte scoperte. Per la prima volta senza difese, ho messo in comune i miei sogni, le mie emozioni, i miei pensieri ed è stato bello accorgersi che venivano condivisi e supportati. Ora questo altro me acquista vita propria, affronterà platee più vaste e sono davvero curioso di capire se con il pubblico avverrà quella stessa condivisione. Se l’esperienza potrà farsi comune.