Nelle sale da giovedì 28 febbraio, Tutti contro tutti di Rolando Ravello è una commedia degli equivoci molto attuale che con eleganza e misura porta sullo schermo una delle più grandi paure degli italiani, quella di rimanere senza una casa.
Pur essendo alla sua prima prova come regista cinematografico Rolando Ravello è riuscito a confezionare un prodotto molto buono, in perfetto equilibrio tra commedia e dramma, tra puro divertimento e cinema di denuncia. La storia è semplice, ma non banale.
Un uomo qualunque, Agostino, vive con la moglie, il figlio e il nonno in una casa in affitto. Lavora con il cognato Sergio e la moglie, quando trova, si adopera come donna delle pulizie per sbarcare il lunario. In un giorno speciale, quello della comunione del figlio, però, Agostino e famiglia si trovano a fare i conti con una drammatica realtà: la loro casa è stata abusivamente occupata da misteriosi personaggi, che si sono anche appropriati di tutto ciò che la casa contiene.
Inizia la lotta per riprendersi ciò che è proprio, una lotta che non è solo contro l’occupatore abusivo e misterioso, ma anche contro uno Stato che non tutela più i suoi cittadini e una società che rapidamente dimentica i disagi altrui.
Molti gli elementi che concorrono a rendere Tutti contro tutti un ottimo film. Due le scelte stilistiche che danno un valore aggiunto alla pellicola: la prima quella di usare lo spioncino come mezzo distorto per guardare alla realtà -anch’essa, ormai, distorta- e la seconda quella di non svelare l’identità del misterioso occupante della casa se non alle ultime battute del film.
Una commedia impegnata ma non pesante, che offre la possibilità di sorridere e di riflettere. Una vera commedia contemporanea, diversa dalle tante ultime produzioni del genere perché realista e reale. Ravello affronta i temi che davvero stanno a cuore agli abitanti di una paese come il nostro che mai come in questo periodo è assente nell’assistere i suoi cittadini.
Il tutto condito da ottime interpretazioni e da un garbo che difficilmente si trova nei registi contemporanei.
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