Torino Film Festival 2012, film italiani in concorso e fuori concorso

Iniziamo ad occuparci del programma del Festival di Torino 2012 (23 novembre – 1° dicembre) che quest’anno celebra i suoi trent’anni. Naturalmente ci limitiamo ai film italiani in lizza per il Concorso internazionale e a quelli fuori concorso presentati nella sezione Festa mobile. Trovate il programma subito dopo il salto.

CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI

NOI NON SIAMO COME JAMES BOND di Mario Balsamo (Italia, 2012, HDCam, 73’)
Due amici e un viaggio che è rimasto indelebile nei loro ricordi: natura, gioventù, il mito di James Bond. Ora, dopo molti anni e una malattia che entrambi si sono lasciati alle spalle, è giunto il momento di fare i conti con il presente: quindi, telefonano a Sean Connery. Con ironia e senza compiacimento, scritto e interpretato da Mario Balsamo con Guido Gabrielli, un film che è un romanzo autobiografico, un gesto rabbioso di rivolta, una pubblica confessione.

SMETTERE DI FUMARE FUMANDO di Gipi (Italia, 2012, HDCam, 68’)
“Devo pensare alle cose che mi piacciono. Non devo pensare al cinema”. Questo sembra essere il mantra di Gianni Pacinotti, in arte Gipi, dopo le fatiche del suo esordio cinematografico, L’ultimo terrestre. Da quaranta sigarette a zero, in un acido, ironico, anarchico diario pubblico, pensato come una scommessa e girato come un combattimento. Indefinibile e vulcanico, proprio come il suo autore.

SU RE di Giovanni Columbu (Italia, 2012, 35mm, 87’)
La Passione di Gesù, dall’Ultima Cena alla Crocifissione, raccontata attraverso una lettura sinottica dei quattro Vangeli. L’opera seconda di Giovanni Columbu, autore di Arcipelaghi, rielabora la storia sacra per dargli un nuovo senso, individuale e collettivo. Un film schietto, duro e coinvolgente, sospeso tra digressioni teologiche e spirito popolare, tra sincera compassione e infuocata pietà.

FESTA MOBILE – FUORI CONCORSO

AMLETO2 di Felice Cappa (Italia, 2012, DCP, 90’)
Irridente e istrionico, Amleto siede sul trono in abiti femminili. Con lui, un ragazzo e una ragazza, che il principe tocca e accarezza, abbandonandosi a un flusso verbale travolgente. Monologo o non monologo? Uffa! Shakespeare e Petrolini, sangue sulla scena, la regina a gambe larghe, Ofelia e Lucio Battisti. In 3D, lo spettacolo cult scritto e interpretato da Filippo Timi.

DIMMI CHE DESTINO AVRÒ di Peter Marcias (Italia, 2012, DCP, 80’)
Un commissario di polizia disilluso, una comunità rom ai margini della società: il presunto rapimento di una donna fa avvicinare due mondi distanti. Dalla Sardegna, un dramma di volti e di corpi inconsueto nel panorama italiano, con una capacità di raccontare che si apre a squarci documentaristici imprevedibili. Il commissario interpretato da Salvatore Cantalupo (Gomorra, Corpo celeste) è un poliziotto che non si dimentica.

L’ULTIMO PASTORE di Marco Bonfanti (Italia, 2012, DCP, 73’)
per Premio Cipputi
Renato Zucchelli fa il pastore per passione e vocazione. La vita solitaria sugli alpeggi, i prati di periferia, la bizzarra famiglia che vive ai margini della città. Quando gli chiedono di far vedere le pecore ai bambini di una scuola elementare, il ciclopico pastore scende con il suo gregge a Milano e si presenta in piazza Duomo. La realtà supera la finzione nel ritratto di un mondo sospeso tra modernità e tradizione.

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