Dal teatro al cinema: sta per arrivare al cinema Ti sposo ma non troppo, pellicola di e con Gabriele Pignotta che nasce sulla scia del grande successo dell’omonimo spettacolo teatrale, grazie alla Lotus Production di Marco Belardi.
Le riprese di Ti sposo ma non troppo, nel cui cast ci sono Vanessa Incontrada, Chiara Francini, Fabio Avaro, Paola Tiziana Cruciani e Paolo Triestino, sono ancora in corso a Roma.
Durante la conferenza stampa di presentazione, alla quale erano presenti sia il regista e protagonista di Ti sposo ma non troppo Gabriele Pignotta e il produttore, sono state svelate le prime immagini dal set e altri dettagli sulla trama.
Abbiamo sempre grandi pretese dall’amore, l’amore con la A maiuscola, pensiamo sia la cosa più grande che possa capitarci e per questo siamo disposti a rinunciare a tutto il resto.
Così Pignotta ha descritto l’idea alla base del suo film, una romantica commedia degli equivoci che ha per protagonisti una giovane ed affascinante donna delusa dall’amore, Andrea (Vanessa Incontrada), un single impenitente che per scelta sfugge all’amore, Luca (Gabriele Pignotta) e una coppia in crisi alla vigilia del matrimonio, Carlotta (Chiara Francini) e Andrea (Fabio Avaro).
Marco Berardi, che si è occupato della produzione della pellicola con la sua Lotus, ha scoperto Ti sposo ma non troppo a teatro, in una delle tante serata che Gabriele Pignotta e la sua compagnia avevano fatto sold out:
Amo testare le commedie a teatro. Raramente il teatro è stato portato al cinema dignitosamente. Io non lavoro per un pubblico di nicchia ma lavoro per emozionare la gente, tra film commerciali e film non commerciali l’importante è innamorarmi della storia, non è il genere ma la storia ad interessarmi come ad interessare il pubblico e puoi mettere tanta passione sul lavoro solo quando hai una buona storia come questa.
Ti sposo ma non troppo – Le prime immagini dal set
Judy 20 Marzo 2017 il 10:34
Malheureusement, l’âge de départ àla retraite n&orcus;influenqe pas de manière décisive les courbes du chomâge. Le passage de 65 à60 ans (en 1981) n’a pas empêché la croissance du chômage. De même, on constate que dans certains pays du Nord de l’Europe (où l’on ne part qu’à65 ans) le taux de chômage reste bien inférieur au nôtre. Je ne saurai (bien humblement) en expliquer les raisons, mais bien d’autres avant moi ont établi ce constat.