Emanuele Crialese non nasconde la sua soddisfazione per essere, con Terraferma, il rappresentante italiano agli Oscar 2012:
Contento, contento, contento. Ho passato una notte agitata e insonne. Sono uscito a prendere delle medicine per l’influenza e volevo rimettermi a dormire quando, a mezzogiorno, ho ricevuto la telefonata del mio ufficio stampa che mi faceva i complimenti. Da quel momento ad ora non sono riuscito a prendere telefonate che non fossero quelle dei giornalisti, addirittura mia madre mi ha mandato un messaggio di insulto: ma ti pare che devo venirlo a sapere dal telegiornale?
Il regista spiega così la sua candidatura a scapito degli altri titoli in lizza:
Non credo sia un giudizio di merito quanto sia invece legato alla fruibilità del film in America. Il mio non è il miglior film degli otto italiani candidati, credo che tutti, da Martone a Moretti, così come la meritevolissima opera prima di Alice Rorhwacher, siano bei film.
Il presidente di Cattleya Riccardo Tozzi crede nelle potenzialità del film:
Siamo contenti della designazione. Erano in lizza film importantissimi. Ma crediamo che Terraferma abbia le caratteristiche giuste per concorrere. Faremo una campagna semplice e pratica, come abbiamo fatto nel 2006, con successo, per La bestia nel cuore.
L’amministratore delegato di Rai Cinema Paolo Del Brocco aggiunge:
Terraferma è un film che sa parlare anche a un pubblico internazionale, come ha dimostrato l’importante riconoscimento che la giuria della recente edizione della Mostra del Cinema di Venezia gli ha voluto assegnare. Credo che oltre alle qualità artistiche indispensabili per ambire ad entrare nella cinquina e, auspicabilmente, a concorrere all’Oscar, il film riesca con grande maestria a trattare temi delicati e universali come quelli della migrazione e dell’accoglienza. Temi di grande attualità che un artista sensibile come Crialese riesce a raccontare senza retorica e con immagini di grande bellezza.
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