Sembra uno scherzo ma non lo è, ieri è stata riportata su diverse testate giornalistiche la notizia che riguarda una direttiva del Ministero degli Interni che vieta l’uso di armi di scena sui set italiani.
Le armi, presenti nel cinema e nella fiction italiana, vengono accuratamente e scrupolosamente controllate e messe in sicurezza ormai da decenni, e questa nuova direttiva suona davvero curiosa, visto il danno che le produzioni italiane, nonché il mercato estero (dati i film esteri girati in Italia), potrebbero subire. Tantissime sono le produzioni italiane di successo che non possono prescindere dalle armi, si pensi anche alla sola fiction, “Gomorra – La Serie”, “Squadra antimafia”, “Il commissario Montalbano”, ma anche il nuovo “007”, pronto a sbarcare nella Capitale.
Ma ecco il comunicato “di risposta” che l’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive) e l’Apt hanno rilasciato:
A partire da oggi ogni fornitura di armi ad uso scenico si ferma, e con essa si fermano tutti i set cinematografici e di fiction d’azione.
Le perdite economico/produttive che ne deriveranno al settore si annunciano ingenti.
Gli sforzi delle Film Commission, e le finalità delle politiche di incentivazione, volte ad attrarre sul territorio del nostro Paese le produzioni cine audiovisive d’azione, saranno vanificate.
Tutto ciò a causa della Legge che regolamenta la detenzione e l’uso delle armi a uso scenico, che ne stabilisce i requisiti tecnici e che indica le procedure per il relativo riconoscimento, ma con norme tecnicamente opinabili, oggettivamente inapplicabili e per di più con termini di attuazione perentori giunti oggi a scadenza.
Al momento siamo arrivati solo alla mera stesura, da parte dei competenti Dicasteri, di un testo contenente la proroga dei termini, ma fermo da un mese nel suo iter promulgativo
Risultato: stop alle attività, stop allo sviluppo, stop all’occupazione, stop alla competitività.
Il passo del gambero.
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