È stato il protagonista “nascosto” di quasi tutte le commedie importanti dell’Italia dei grandi, e a 83 anni Carlo Delle Piane ci lascia, dopo averci regalato i suoi personaggi.
Un caratterista unico, con il suo aspetto mingherlino, quasi insignificante, così come la sua voce, che in realtà nascondevano un grande attore, anche se un po’ prigioniero di questo suo aspetto. È morto a Roma, nella sua città, dove studiava controvoglia alle medie, quando fu scoperto per uno dei film cult del cinema italiano, tratto dal libro Cuore.
Se ne stava lì, pensando di fare una vita mediocre, quando a 12 anni venne notato dagli assistenti di Coletti. Pensava solo di raggranellare qualche soldo invece di andare a scuola, e invece quello sarebbe stato il primo di 110 film, in una carriera che aveva da poco spento le 70 candeline.
Il Delle Piane attore
Carlo Delle Piane, pur non essendo un attore di primo livello, aveva sempre lavorato con i migliori. Non è da tutti vantare di aver recitato con Totò, Aldo Fabrizi, Alberto Sordi e De Sica. Non è da tutti aver lavorato per ben 10 anni con Pupi Avati.
Tutto iniziò con quel film sul libro Cuore, quando lui, alunno svogliato del Pio XI, venne catapultato nel mondo del cinema, con quelle gambe esili e magre, e quella faccia così particolare. Il suo naso, pronunciato e storto, diventerà la sua caratteristica, così come la voce nasale e dimessa, ma ferma. Con Pupi Avati girerà 15 film, ma sarà anche al fianco di Gassman e conquisterà registi come Corbucci, Polanski, Monicelli, Steno e De Sica.
Nel mondo del cinema si fece voler bene anche dal grande Fabrizi, che di amici ne aveva pochissimi, ma che per lui fece un’eccezione. Forse perché lui non era come gli altri, e Fabrizi era uno schietto, che diceva ai colleghi quello che pensava. Ma con lui, anche se fece solo Rugantino e La famiglia Passaguai, ebbe un grande rapporto di amicizia.
Aveva avuto un’emorragia celebrale nel 2015, e da allora si era ritirato a vita privata, ricordando però il suo attore mito in Buster Keaton. Ora si è spento, lasciandoci senza quel suo caratteristico volto.