Scialla, Filippo Scicchitano a Ilcinemaitaliano: “Studierò recitazione. Non mi ritengo un attore”

 Scialla oltre ad essere un termine che porta il significato di “stai sereno“, è anche un apprezzato film uscito nei cinema italiani venerdì scorso. Scialla – Stai sereno (diretto da Francesco Bruni) vede come protagonista l’esordiente Filippo Scicchitano nel ruolo di Luca, che Ilcinemaitaliano ha intervistato.

Scialla è il tuo primo film. Come sei entrato a far parte del cast?

E’ successo tutto per caso. Un mio amico mi ha proposto di andare a fare il provino per il personaggio di Luca. Mi sono presentato un po’ titubante, perché non avendo mai recitato prima ero spaesato e non ero sicuro di niente. Al primo provino abbiamo scherzato senza fare troppe battute di scena. Francesco (Bruni, regista del film, ndr) mi ha richiamato e da lì abbiamo costruito il personaggio di Luca.

Quando hai capito che eri stato preso?

Mi avevano richiamato per tre/quattro provini. Al quarto il regista mi ha detto: “Filippo, penso che sei la persona giusta per interpetrare Luca”. Ma già al secondo provino avevo capito qualcosa.

Come ti sei trovato sul set per la prima volta? Eri spaesato?

Ero emozionato continuamente. Quando ho recitato per la prima volta con Fabrizio Bentivolgio ero tesissimo visto che è uno degli attori più bravi in Italia. Poi conoscendolo e vedendolo ogni giorno sul set mi sono ambientato. Fabrizio mi ha detto che questo lavoro va preso come un gioco, anche se è riduttivo dirla così. Io, quindi, ho cercato di giocare.

Quali sono le difficoltà che hai trovato?

Non ci sono state delle difficoltà. Sono stato avvantaggiato dall’aver fatto molti provini: mi ha dato una maggiore spontaneità sul set.

Ti rivedi nel personaggio di Luca?

Siamo abbastanza simili, ma non totalmente uguali: i modi di vestire e i problemi che ha Luca sono diversi dai miei. Sono due realtà diverse, ma mi rivedo molto nei dialoghi. Il regista è riuscito a creare una sceneggiatura molto reale.

Com’è il tuo rapporto con la scuola?

Ho lasciato la scuola due anni fa. E’ stato un rapporto un po’ turbolento. Anche in questo assomiglio a Luca. Non avevo una concentrazione adatta per stare a scuola, ma non ci sono giustificazioni. Però ho intenzione di tornarci per vedere da vicino il mestiere d’attore.

Scialla è il tipo di film che andresti a vedere al cinema?

Da fuori, vedendo il titolo direi: “E’ la solita commedia furba che va incontro alla massa”. In realtà, vedendo il film, posso dire che è una commedia che tocca tematiche molte vicine alla realtà ed è un film ben fatto. Sono molto di parte, però consiglio di andarlo a vedere.

Dici mai scialla nella vita di tutti i giorni?

Si, cinque/sei volte al giorno. Però nel film ho cercato di non abusarne, altrimenti non sarei sembrato credibile.

Come stai vivendo questa popolarità improvvisa?

La vivo in modo sereno. Per fortuna non mi riconoscono per strada. Tendo ad essere una persona molto riservata: rispetto la riservatezza degli altri, ma voglio che venga rispettata la mia. Non mi piace stare sotto i riflettori, anche se è paradossale perché gli attori stanno sotto i riflettori.

Sul tuo futuro da attore si hanno molte aspettative. Ne senti il peso?

No. Beppe Caschetto (il produttore del film, ndr) mi ha detto: “Non avere aspettative”. In effetti non ho aspettative. So di aver fatto un film importante, con un regista e sceneggiatore importante, che è piaciuto a Venezia. Però la vivo in modo sereno, senza ansie.

La tua volontà è quella di continuare a fare questo mestiere?

La mia volontà è quella di imparare… perché c’è molto da imparare. Ancora non mi ritengo un attore: qualora dovessi fare un altro film ed uscire dal personaggio di Luca, potrei definirmi tale.

Un ruolo che ti piacerebbe interpetrare?

Un ruolo drammatico, totalmente diverso da Luca per mettermi alla prova.

Sei stato, da debuttante, al Festival di Venezia. Quali emozioni hai provato?

L’applauso del pubblico di sei minuti del pubblico è stato il momento pù emozionante. Non sono riuscito a piangere perché sono un tipo molto freddo. Ma non c’è emozione più bella di quando hai il pubblico davanti a te.

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