SanPa è il nome che ricorre in questo piovoso inizio del 2021. Il suo potere, per concordare con Paolo Armelli di Wired, è lo stesso delle grandi opere letterarie che non ti lasciano scampo nemmeno quando leggi l’ultimo capitolo. Ti accompagna, SanPa, anche quando il player di Netflix chiude con i titoli di coda il quinto e ultimo episodio.
Resta un grande punto interrogativo che accomuna tutti gli opinionisti, tranne pochi, dopo che ci si imbatte nella figura carismatica di Vincenzo Muccioli. Anche in questo caso si parla di potere. Un uomo che è rimasto noto a chi, a cavallo tra gli ’80 e i ’90, era già abbastanza adulto per restare aggiornato sulle vicende giudiziarie che per anni hanno interessato la comunità di San Patrignano. Chi era troppo piccolo o nemmeno nato si ritrova con una grande scoperta. Vincenzo Muccioli ha avuto questo grande potere, appunto: saper restare sotto i riflettori, volontariamente o non, e saper spegnere le telecamere puntate su di sé una volta che ha lasciato questo mondo.
Lo storytelling i SanPa è quello del docufilm. Parlano i testimoni, i detrattori e parlano le immagini. Ci si ritrova di fronte a un uomo dalla personalità gargantuesca, 1 metro e 90 di carne e mente, capace di farsi carico di una realtà che finisce inevitabilmente per sfuggirgli di mano.
Mentre l’Italia piangeva sotto le bombe, mentre i telefoni delle questure squillavano per l’ennesimo attentato e mentre regnava la paura per gli anni del terrorismo eversivo e/o mafioso, i tossicodipendenti morivano per le strade di uno Stato che era troppo impegnato con le proprie priorità per salvare i suoi cittadini più sbandati. Vincenzo Muccioli aveva deciso di dare loro la possibilità di salvarsi in quella tenuta che prendeva il nome da quella strada che la ospitava.
San Patrignano era ed è Vincenzo Muccioli. Venne fuori, poi, che su quelle centinaia di ragazzi Muccioli usasse metodi coercitivi non proprio ortodossi: alcuni venivano incatenati, altri picchiati. Poi arrivò il suicidio, l’AIDS e la morte. Il micromondo di SanPa viveva di luci e ombre proprie, e questo all’Italia che fino a quel momento aveva tenuto bassissima la guardia non piaceva.
I testimoni si dividono in detrattori e sostenitori, ma entrambi concordano sul fatto che Muccioli, dunque San Patrignano, abbia salvato loro la vita e che solo grazie a SanPa oggi abbiano un lavoro e una famiglia. Un prontuario di personaggi famosi, inaspettatamente, ha roteato intorno a SanPa: Red Ronnie, Paolo Villaggio, Enrico Maria Salerno e soprattutto i Moratti, gli stessi di Letizia che ancora oggi finanzia il progetto.
SanPa è un documento perfettamente riuscito e perfettamente montato ad arte, capace di restare sul tema senza sbilanciarsi nel punto di vista degli autori ma messo in piedi soltanto grazie ai filmati d’epoca e ai racconti degli ex ospiti.