A inizio gennaio sono state annunciate le date della 31° edizione del Torino Film Festival, un’edizione che vede l’esordio alla direzione di Paolo Virzì, succeduto a Gianni Amelio che è stato in carica per quattro anni. Nuovo direttore e, come sempre accade in questi casi, anche un nuovo festival.
Ieri a Torino Paolo Virzì ha presentato le sue idee per il Torino Film Festival in una conferenza stampa alla quale erano presenti gli assessori alla Cultura di Regione e Comune, Michele Coppola e Maurizio Braccialarghe, il presidente del Museo del Cinema Ugo Nespolo e la vicedirettrice del Festival, Emanuela Martini.
Il TFF di Paolo Virzì sarà
la casa del cinefilo militante, ma sarà anche ospitante verso quel pubblico che cerca film d’amore quindi anche il mio festival sarà caldo e accogliente come è sempre stato.
Nulla di nuovo, quindi? Niente affatto, il regista livornese ha in mente delle importanti novità per questa sua prima volta al TFF, come quella di
realizzare l’utopia di un cinema senza confini, e per questo abbiamo in mente iniziative che cercheranno di allargarne la visibilità, dove lo spettacolo e l’intrattenimento popolare abitano nello stesso luogo dei percorsi d’autore, del documentario e del cinema sperimentale, ma anche un festival 2.0 continuamente connesso e fruibile dagli utenti del web.
I primi passi che ha fatto Virzì in questo new deal del Torino Film Festival sono una retrospettiva dedicata alla new Hollywood, curata da Emanuela Martini, e che presenterà nel corso di due edizione circa 80 film americani prodotti tra il 1967 e il 1976, e una retrospettiva dedicata al cinema italiano.
Mi è piaciuta l’idea di dedicare uno spazio importante a un cinema volenteroso che ha combattuto a mani nude in tempi difficili e che è riuscito negli anni con miracoli e salti mortali a sfornare titoli bellissimi. Il cinema italiano merita di essere amato, rispettato e celebrato per questo stiamo studiando iniziative per poterlo fare.
Inoltre Virzì ha in mente anche di proporre Europop , una nuova sezione per il Festival nella quale verranno presentati i prodotti nazionali di altri paesi europei, un guest director diverso ogni anno che curerà una sezione specifica del palinsesto e un premio del pubblico.
Non sono sicuro che quello che vogliamo fare, aprendo il festival a titoli e retrospettive amati dal grande pubblico, si debba definire pop, certo però non faremo più l’errore che in questi anni ha danneggiato il cinema italiano, dividendo tra ciò che è alto e ciò che è basso.
Troppo presto per commentare, ne riparleremo durante il Festival, che si terrà come annunciato, dal 22 al 30 novembre.