P.O.E. – Poetry of Eerie sarà vietato ai minori di 18 anni

La scure della censura, termini che ricordano più il Medioevo che gli anni post 2000, ha colpito ancora: la Commissione di Revisione Cinematografica, che fa parte del Ministero dei Beni Culturali, che ha la funzione di concedere i nulla-osta per la proiezione dei film in Italia, ha deciso che P.O.E. – Poetry of Eerie non è un film che può essere visto da spettatori al di sotto dei 18 anni.

Subito si è levata la protesta della Federazione Italiana dei Circoli del Cinema (FICC), che insieme a Distribuzione Indipendente si sta impegnando per valorizzare le realtà cinematografiche emarginate nel nostro Paese, con la richiesta si maggiori delucidazioni in merito a questo divieto.

In un’epoca di imperante cine-TV spazzatura, dove perfino i poppanti sono soggetti a vedere le cose più insulse e orrifiche – dicono dalla FICC – tale decisione appare in stridente contrasto con quanto per davvero pubblico e società italiana sono costretti a digerire e sopportare in questi ultimi decenni.

l’ultima notizia di un divieto del genere, poi revocato, era arrivata per il film Esterno Sera di Barbara Rossi Prudente, perché la pellicola contiene delle scene pericolose che potrebbero istigare i giovani all’emulazione. Ma ciò che la FICC vuole realmente sapere è cosa c’è da censurare in P.O.E. – Poetry of Eerie, un film che è stato realizzato grazie allo sforzo di dieci registi italiani che hanno messo su pellicola il mondo di Edgar Allan Poe, un autore definibile ‘classico’ e studiato anche alle scuole superiori.

Oltre al fatto che è incomprensibile capire cosa si debba del film censurare, la FICC ha un’altra considerazione della maturità critica del pubblico adolescenziale, che comunque ha diritto di poter scegliere di vedere o scartare un’opera di questo particolare genere. La storia poi ci insegna che tentare di impedire per decreto la visione di un’opera, non farà altro che accrescerne la curiosità e la voglia di vederla. Insomma, un’ottima ed insperata pubblicità per Edgard Allan Poe.

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