Almeno una volta nella vita è successo a tutti. Perdere un oggetto utilizzato quotidianamente, che fino a un momento fa avevamo sotto gli occhi e che – Puff! – magicamente non si trova più. Che sia un orologio, un paio di occhiali, il mazzo di chiavi di casa, una macchina. Piccole distrazioni di ogni giorno. Guido, architetto di quarant’anni che di distrazioni soffre molto per ‘colpa’ delle donne, lo sa. Un piccolo incidente di percorso quotidiano lo porta prima a perdere un cacciavite e poi ad assistere alla scomparsa di una bambina.
Guido, come detto, ha quarant’anni. Oltre alle donne, seguendo quello che per gli italiani appartenenti a questo clichet è un protocollo, ama le auto e la bella vita. Siamo di fronte al classico soggetto superficiale. Uno di quelli che si recano spesso all’ufficio “Oggetti smarriti”. Così superficiale, Guido, da dimenticare di avere una figlia di sei anni. Lei si chiama Arianna ed è innamoratissima del suo papà. Un amore che gli offre finché non sparisce dalla sua vista improvvisamente.
Guido è un uomo sbadato. Un difetto che gli crea un’enorme lacuna, malgrado riesca in qualche modo a compensarla con la professionalità e l’affidabilità che riserva al lavoro,
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Forse, allora, quello di guido è un problema strutturale. Un problema di ‘affetto’ da dare quando si finisce con la libido e con la passione per le cose materiali. Affetto per una figlia che ora fa parte della sua lista di oggetti smarriti e che si accorge di aver perso iniziando a pensare qualunque cosa le sia potuta capitare.
Sono queste le premesse che guidano il film “Oggetti smarriti”, nelle sale cinematografiche di tutta Italia a partire dall’undici luglio. La regia è affidata a Giorgio Molteni. Protagonista del film è Roberto Farnesi, il cui volto ben si presta alla storia incarnata dal suo personaggio. Farnesi, non a caso, ha curato anche la sceneggiatura. Lo ‘accompagnano’ alla ricerca degli oggetti smarriti sul set attori come Chiara Gensini, Giorgia Wurth, Michelangelo Pulci, Francesca Faiella, Davide Paganini e Ilaria Patanè.