Una notte da leoni 4: si farà l’atteso sequel?

Una notte da leoni è probabilmente una delle commedie uscite negli ultimi anni, forse più amate dal pubblico a livello globale. La trama semplice ed efficace che vede quattro amici impegnati a mettere insieme i pezzi di una serata memorabile di bagordi (alzi la mano a chi non è mai capitato) si presta infatti ad una pellicola in grado d’intrigare i più come del resto alla fine è accaduto.

Al primo film uscito nel 2009 con il titolo originale di The Hangover se ne sono infatti aggiunti altri due: The Hangover part II (Una notte da Leoni 2) del 2011 e The Hangover part III (Una notte da leoni 3) del 2013. I due sequel non sono stati senza dubbio al livello del primo film, ad esempio The Hangover part II ha ricevuto anche due nomination ai Razzie Awards: una per il peggior sequel (le attese per il secondo episodio erano davvero tante, ma ripetersi non è mai scontato) e una per il peggior attore non protagonista (Ken Jeong).

Fonte: Youtube

Ad ogni modo la forza del trittico si regge essenzialmente sulla bravura degli attori protagonisti: Bradley Cooper (nei panni di Phil Wenneck), Ed Helms (che interpreta Stuart o Stu Price), Zach Galifianakis (il pazzoide Alan Garner) e Justin Bartha (Doug Billings). Insieme a loro anche gli attori secondari hanno avuto la loro parte nel rendere il film leggendario: vedi la presenza di Mike Tyson (che interpreta sé stesso), Paul Giamatti (nei panni dell’imprenditore Kingsley) e Ken Jeong (il simpaticissimo Mr Chow).

Forse non tutti sanno che l’intreccio della pellicola è basato su una vicenda realmente accaduta. La storia dei quattro compagni di sventura ricalca infatti ciò che più o meno accadde a Tripp Vinson (il collega del produttore del film Chris Bender) e ai suoi amici in occasione del suo party di addio al celibato. A seguito della mega festa celebrata a Las Vegas, Vinson si ritrovò il giorno dopo completamente nudo sul letto con una pesantissima sbronza sul groppone, un dente rotto, i capelli rasati e una fattura di uno strip club da ben 700 mila dollari.

Photo by popculturegeek.com / CC BY 2.0

Sarebbe bello poter vedere ancora insieme Doug, Alan, Stou e Phil nell’ennesimo capitolo della serie di commedie di successo girate da Todd Philips e iniziate a Las Vegas (il luogo dei misfatti di Tripp Vinson). Si è parlato di un quarto episodio della saga girato come un prequel o meglio uno spinoff del primo film con il plot della storia incentrata proprio nella “città del vizio” del Nevada. Il quartetto di amici impegnato in una serata all’insegna del divertimento tra roulette e tavoli da gioco potrebbe nuovamente trovarsi a ricostruire i pezzi di una notte di bagordi e risolvere il classico caso dell’amico scomparso. Del resto ricalcare la trama del primo capitolo, entrato da tempo negli annali dei film dedicati al gioco, potrebbe essere una scelta azzeccata visto che fu proprio il primo “hangover” a incassare più di tutti negli Stati Uniti e a fare da apripista ad una delle serie del cinema più ricche degli ultimi dieci anni con budget tutto sommato ridotti e incassi internazionali che hanno superato il miliardo di dollari.

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A frenare i bollori dei fan l’andamento discendente degli incassi al botteghino (l’ultimo dei tre film è infatti quello che ha guadagnato di meno) e una recente dichiarazione di Ed Helms che lo scorso anno, in un’intervista rilasciata sul portale ScreenRant, ha dichiarato di vedere le possibilità di girare un quarto episodio della saga ridotte al lumicino (eufemisticamente dichiarò le possibilità tra lo 0% e lo 0%) sebbene, ricorrendo quest’anno il decennale dell’uscita del primo film, l’ipotesi che Helms venga convinto dalla produzione (magari con l’ennesimo cachet milionario) a compiere un ultimo sforzo cinematografico per completare la serie non è del tutto peregrina. Presto potrebbero essere dunque annunciate nuove intriganti novità dopo la falsa locandina del 4° capitolo, pubblicata il 24 agosto del 2016 dalla pagina Facebook Last Friday Official, che si rivelò purtroppo un fake colossale pur avendo svelato l’interesse mai sopito degli amanti della saga che pubblicarono commenti entusiasti e diffusero a macchia d’olio la bufala sul web.

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