L’ispirazione arriva dall’estero, ma non sempre

Il 2012 si è concluso già da un po’ e sembra arrivato il momento di tirare le somme di quello che è successo al nostro cinema in questo anno. 

No, non voglio parlare di nuovo della presunta o reale crisi del cinema italiano, se ne è parlato fin troppo e la polemica che ne viene fuori rischia solo di essere sterile e fine a se stessa. Le classifiche e i relativi incassi dei film sono di dominio pubblico e tutti possono trarne le loro conclusioni.

Quello su cui vorrei soffermarmi, invece, è l’ispirazione dei film che in questo anno abbiamo visto sui grandi schermi. Iniziamo facendo una panoramica di quello che di italiano -o ‘mezzo’ italiano- è uscito in questo ultimo anno. Partiamo dal film campione di incassi Benvenuti al Sud. La pellicola è ispirata al film di Dany Boon Giù al Nord.

Dopo di questo passo a citare Cose dell’altro mondo di Francesco Patierno, che ha un grande debito con Un giorno senza messicani di Sergio Arau. Continuo la lista dei film con Il Primo Uomo di Gianni Amelio. La storia raccontata da Amelio è la trasposizione cinematografica del romanzo incompiuto di Albert Camus.

Andiamo avanti, perché abbiamo ancora qualche nome da citare. Ne accosto un paio che, seppur differenti fra di loro, hanno un qualcosa in comune: il primo è E’ nata una star? di Lucio Pellegrini e Un giorno questo dolore ti sarà utile di Roberto Faenza. Qual è l’elemento che hanno in comune? Quello, come anche il già citato Il primo uomo, di essere tratti -più o meno liberamente- da un romanzo, del quale hanno mantenuto anche il titolo.

Facendo quindi una rapida e sicuramente non esaustiva analisi, si può notare come nel cinema italiano si stia evidenziando una tendenza inedita, almeno nella sua concentrazione, di film che non nascono da un’idea originale ma vivono e si nutrono di qualcosa che viene da fuori, da modelli e da cliché che di italiano non hanno molto.

Mancanza di idee tricolore? Assolutamente no, altrimenti non avrebbero visto la luce film belli, o comunque interessanti, quali possono essere Gli Sfiorati (tratto dall’omonimo libro di Sandro Veronesi), La scomparsa di Patò (qui è stato chiamato in causa Camilleri) o ACAB, che nasce dal romanzo di Carlo Bonini.

Tutto questo per arrivare a dire cosa? Che, forse, chi fa cinema ha capito qual è il modo migliore per accedere ad una fetta più ampia di pubblico, ossia quella di (ri)proporre sullo schermo dei modelli e delle storie che ci vengono, solitamente, proposte dalla produzioni straniere (con una maggiore disponibilità di denaro per pubblicità e operazioni varie di marketing) e di accodarsi nella speranza di.

Pochi sono coloro che rischiano.

 

Lascia un commento