Lievito Madre di Fulvio Risuleo: 3° premio della Cinéfondation del Festival di Cannes

La giuria presieduta dal regista iraniano Abbas Kiarostami ha assegnato il premio dellaCinéfondation del Festival di Cannes al film “Skunk” di Annie Silverstein. Il secondo premio è andato a “Oh Lucy!”, diretto dallo studente giapponese Atsuko Hirayanagi e il terzo premio è andato all’italiano “Lievito Madre” di Fulvio Risuleo, studente del Centro Sperimentale di Cinematografia, condiviso con “The bigger picture” di Daisy Jacobs.

Ricordiamo che questo premio è dedicato ai migliori cortometraggi degli studenti delle scuole di cinematografia di tutto il mondo e quest’anno è toccato anche ad un italiano.

A proposito dell’originale idea che sta dietro al suo film “Lievito Madre”, Fulvio Risuleo ha detto:

È la realtà che mi ispira, mi sono semplicemente guardato intorno. Tra le tante cose ne ho notata una mi ha colpito: il mutamento delle dinamiche di coppia quando entra un terzo elemento, in questo caso il lievito madre. La coppia che ho avuto modo di osservare è quella costituita da mia sorella maggiore e dal suo compagno. Non so per quale motivo, ma di punto in bianco lei ha deciso di fare del lievito madre, da quel giorno tutta la loro vita ha cominciato a ruotarci intorno. Addirittura appuntamenti e uscite erano programmate in funzione di quella piccola palletta di acqua, farina e miele.

La storia che sta dietro questo film, è quindi così descritta dal regista:

È la storia di una coppia, o meglio, della loro relazione messa a dura prova dall’arrivo di un terzo incomodo. Lui (Emiliano Campagnola) interpreta un artigiano che nell’aggiustare un vecchio pianoforte trova una pallina di lievito madre e decide di adottarlo. Lei (Virginia Quaranta), viene lentamente messa da parte, perché il lievito ha bisogno di continue attenzioni e reagisce anche agli stimoli (in questo caso è stato decisivo l’aiuto dell’effettista Luigi D’Andrea). La situazione tra i due comincia a farsi complicata e questo porta all’epilogo, che però preferisco non svelare.

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