Alessandro Comodin parla de L’estate di Giacomo, il suo primo film, quello con cui ha vinto a Locarno il Pardo per i Cineasti del presente, che uscirà il 20 luglio in sala. Il regista spiega che la storia nasce dalla sua amicizia con il diciottenne Giacomo Zulian, personaggio principale del film (fonte La Repubblica):
E’ lui che mi ha ispirato, lui che è sordo come nel film, lui che conosco da quando aveva 7 anni ed era il fratello del mio migliore amico del liceo. Da allora Giacomo ha preso il destino in mano, ha fatto un intervento per cui con un impianto ora ci sente e lavora, è emancipato, gli piace molto il cinema. Ho seguito il suo percorso clinico psicologico per due anni, dal 2009 al 2011, con una volontà documentaria frenando l’impulso della finzione, ma osservando le emozioni nello studio dell’udito e della parola.
Comodin, che è sceneggiatore, montatore e direttore della fotografia, riconosce al suo film alcuni meriti:
Sono diversi gli aspetti che piacciono del film, partendo dalla sua forma, quel mix di documentario e fiction che è poi molto vero. Conquista la tenerezza di Giacomo in cui molti, io per primo, ci siamo identificati: un bel ragazzo che a volte si innervosisce, è timido, maldestro e anche violento. Penso che una strada del genere, in un’estate noiosa di tanti anni fa, l’abbiamo vissuta quasi tutti, anche se il finale ci porta sulla strada del ricordo, di una ragazza che visse due volte, di qualcosa che abbiamo perduto per diventare grandi.