Marco Manetti, presente al Festival di Venezia 2011 insieme al fratello Antonio nella sezione Controcampo Italiano con L’arrivo di Wang, parla del suo film a Il Giornale: il regista scherza sulla scelta del titolo:
Ci abbiamo pensato su, ma non abbiamo trovato di meglio.
Manetti spiega il film e il genere:
Tra mistero e fantascienza, direi. Questo tale, Wang, è un alieno che viene interrogato dai servizi segreti. Sarà buono o cattivo? Non si sa, comunque prima di partire dal suo pianeta si è informato e ha imparato la lingua più parlata sulla Terra, il cinese. Ecco perciò che per tradurlo occorre un interprete. Nel nostro caso una interprete … sarà un film più serio dei nostri soliti.
Il regista spende alcune parole anche sulla presenza del film al Festival:
Col nostro film vogliamo andare in una direzione nuova. Per assurdo anche Habemus Papam è un cinema italiano che comincia a uscire dalla cucina.