Oggi per lo spazio cortometraggi vi proponiamo La seduta, corto diretto da Adal Comandini in cui la mania del telefono cellulare diventa una scusa per sorridere, ma non troppo, sull’inevitabile trasformazione dei rapporti umani causata da un’imperante dipendenza ed abuso di tecnologia.
La trama:
Uno psicologo, una seduta di gruppo in cui una varia galleria di personalità diversamente borderline si raccontano e confessano la loro dipendenza, tutti hanno vite, storie e caratteri differenti ma tutti palesano una irrefrenabile attrazione maniacale per….il telefono!
La recensione:
Prima di tutto un plauso alla messinscena che grazie ad una fotografia cupa e ad un gruppo d’attori in parte riesce a trasmettere bene la tematica celata nei dialoghi con una sottile ironia che man mano si accentua con lo svelarsi delle varie testimonianze.
Il montaggio è attento ai particolari ed un uso intelligente di riprese dinamiche permette di rendere le sequenze dell’ironico confessionale mai eccessivamente monotone o ripetitive. Colonna sonora limitata agli ottimi titoli di testa e alcuni escamotage narrativi particolarmente intriganti, che spezzano una fisiologica routine visiva sempre in agguato.
Ci troviamo di fronte ad un corto ben girato e ben interpretato, tutto sembra funzionare più che bene (a parte il problema del riverbero audio) e il pericolo di annoiare lo spettatore viene ben aggirato grazie ad una regia puntuale.