Quando c’è ‘di mezzo’ Valerio Mastandrea, il cinema diventa bello e malinconico. Intenso, pieno di una ‘romanità’ riconosciuta in tutta Italia. Come, del resto, è giusto che sia.
L’attore torna nelle sale con “La mia classe”, agli ‘ordini’ del regista Daniele Gaglianone e in compagnia di tanti bravi attori (Bassirou Ballde, Mamon Bhuiyan, Gregorio Cabral, Jessica Canahuire Laura, Metin Celik, Pedro Savio De Andrade, Ahmet Gohtas, Benabdallha Oufa, Shadi Ramadan, Easther Sam, Shujan Shahjalal, Lyudmyla Temchenko, Moussa Toure, Issa Tunkara, Nazim Uddin).
Torna con e per un‘dramma all’italiana’. La prima cosa che viene in mente? “La mia classe” è un film‘spiazzante’. C’è un maestro, ma in realtà è un attore. Il suo compito è quello di recitare nel ruolo del docente per dare lezioni ad una classe di studenti extra-comunitari.
Gli alunni, dalla loro, mettono in scena loro stessi. Hanno voglia di imparare l’italiano, il ‘lasciapassare’ necessario per vivere qui. Per lavorare, per integrarsi.
Ma durante le riprese di questo ‘film nel film’, succede qualcosa di strano. In quel momento, esce fuori il meglio de “La mia classe”, nelle sale cinematografiche dal 16 gennaio 2014, giorno in cui il mondo degli appassionati di cinema avrà gli occhi incollati su Hollywood per sapere quali sono i film in Nomination per gli Oscar 2014.
Un parallelo non così ‘fuori luogo’, se si pensa che quello con Mastandrea è un film ‘maturo’. La prova che l’Italia sa offrire un cinema impegnato e competitivo, da affiancare a commediuole e ‘cinepanettoni’.
Basta guardare gli occhi di Mastandrea per rendersene conto.