Nel panorama cinematografico italiano degli anni Settanta spicca “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Il film si chiude con una citazione di Kafka che è emblematica: “Qualunque impressione faccia su di noi, egli è un servo della legge, quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano”.
Il film è uno dei capolavori della cinematografia italiana. Da premiare per il suo enorme coraggio. Narra la vicenda del borioso e squilibrato capo della sezione omicidi (e poi politica) il quale uccide la propria amante quasi per capriccio e che poi fa di tutto per farsi scoprire al fine di dimostrare la propria lontananza dai fatti per i quali è sospettato e l’ importanza del potere, a distanza di ben quaranta anni, è il più esemplificativo ed attuale ritratto di società contemporanea che si potesse realizzare al tempo.
Scritto e diretto senza fronzoli da un Elio Petri in grandissima forma, “Indagine su di un cittadino al di sopra di ogni sospetto” è un fedele ritratto di un’ Italia che non è mai cambiata, nonché una parabola sugli effetti del potere ed una critica feroce alla cecità e all’egoismo della classe alta, la classe dirigente. Eccellente, a dir poco, è la prova di Gian Maria Volontè.
I suoi primi piani sono ipnotici ed il suo personaggio passa di diritto alla storia come una delle più sentite e migliori caratterizzazioni della sua carriera (e non solo della sua).
Lascia senza fiato la bellezza di Florinda Bolkan e leggendarie le musiche di Ennio Morricone. Fu Oscar nel 1971.