Tra i film italiani in concorso al prossimo Festival internazionale del film di Roma (9-17 novembre) c’è anche Il volto di un’altra diretto da Pappi Corsicato con Laura Chiatti, Alessandro Preziosi e Iaia Forte. Dopo il salto vi proponiamo alcune note di regia che includono riflessioni sulla genesi del film.
Bella è la splendida ed esuberante conduttrice di un famoso programma televisivo sulla chirurgia estetica. René è suo marito, un medico chirurgo che nello stesso programma effettua gli interventi sugli ospiti. Il film inizia con il licenziamento di Bella. La motivazione è che gli ascolti dello show sono in calo, il pubblico è stanco ormai di vedere la sua faccia. Bella, infuriata, lascia lo studio televisivo e, sulla via del ritorno a casa, ha un brutto incidente d’auto e rimane fortemente sfigurata . Quello che potrebbe sembrare il colpo di grazia che sancisce la fine della carriera di Bella, si rivela invece essere un’ottima occasione per rilanciare la propria immagine. Bella decide infatti di farsi ricostruire dal marito un volto totalmente nuovo, un volto con il quale vendicarsi di chi la dava per finita e riconquistare l’attenzione e l’amore del suo pubblico…
NOTE DI REGIA:
Il film nasce da una giocosa riflessione sul contemporaneo.
È una commedia che in tono ironico e divertito affronta temi che ormai fanno parte del nostro quotidiano, come l’uso della chirurgia plastica, i media, la spettacolarizzazione della cronaca ecc. Tutto questo attraverso il racconto delle vicende di una coppia di personaggi televisivi pronti a tutto pur di affermare la propria immagine e il proprio successo.Questo film è stato per me anche un’occasione per raccontare una storia con un linguaggio diverso, mescolando vari generi che vanno dalla commedia romantica americana al cinema di costume italiano.
Così come per le scene e i costumi, mi sono ispirato al mondo della moda e al cinema Giapponese. Tra glamour e funny horror.Un altro aspetto importante del film è la colonna sonora. Ho cercato di costruire attraverso le musiche che ho scelto, un altro livello drammaturgico.
Anche i vari i riferimenti cinematografici che punteggiano il film stanno proprio a sottolineare che i personaggi si muovono in un mondo di finzione di cui sono artefici e vittime al tempo stesso. L’essere e l’apparire non sono più in contrapposizione ma anzi, in un generale caos di insensatezza, si sovrappongono e conducono a risoluzioni inaspettate o imponderabili.