Da questo giovedì potremo vedere nelle sale italiane l’atteso film che segna il ritorno sulle scene del talentuoso regista Pappi Corsicato, dopo 5 anni di assenza e un’ultima pellicola, Il seme della discordia, che non ha convinto molto.
Ma Pappi Corsicato sembra aver trovato la sua strada e il suo modo di interpretare la realtà, la nostra realtà, ne Il volto di un’altra, surreale e visionaria commedia.
Fin dalle prime scene Il volto di un’altra dichiara apertamente le sue intenzioni. Pappi Corsicato, prendendo qualche spunto da Almodovar (La pelle che abito, ci narra della società contemporanea italiana tutta concentrata a mostrare ciò che non è al resto del mondo, appassionata, fino all’eccesso, di chirurgia plastica e dalla volontà di essere sempre belli e giovani.
Tutti i pazienti della clinica nella quale si trova anche Bella (Laura Chiatti), che è anche la moglie di René (Alessandro Preziosi) il chirurgo che le deve rimettere a posto la faccia sfigurata (ma non è vero) dalla caduta di un water sul cruscotto dell’automobile di lei.
Quindi la finzione dentro la finzione, fin dall’inizio, il tutto in scene al limite, forse oltre il limite, del surreale, nelle quali possiamo vedere bambini mascherati, strane suore e strani operai che sono tutto tranne ciò che dovrebbero essere. Immagini grottesche e stranianti (la fotografia è di Italo Petriccione, e il suo apporto può essere definito fondamentale) che si succedo tra colori e bianco e nero, balletti improbabili e personaggi deliranti.
Le premesse ci sarebbero tutte per avere un prodotto eccellente, ma, dopo il brillante inizio, la sceneggiatura perde di significato e di senso, mandando all’aria tutto lo sforzo iniziale.
Un vero peccato, Pappi Corsicato è un regista talentuoso e molto creativo, ma forse non abbastanza coraggioso da spingere davvero sull’acceleratore e portare sugli schermi un vero film di rottura rispetto alle tante pellicole molto simili tra loro che vediamo al cinema da qualche tempo a questa parte.
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