I soliti idioti nei primi tre giorni di programmazione nei cinema italiani hanno sbancato incassando 4,5 milioni, surclassando la concorrenza. Un successo quasi inaspettato per i due protagonisti, Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio. Abbiamo intervistato Fabrizio, che nel film interpetra (fra gli altri personaggi) il figlio Gianluca De Ceglie.
Cosa c’è di diverso nel film rispetto alla serie tv?
L’aspetto principale è l’approfondimento psicologico dei personaggi (ride, ndr). Ci siamo divertiti ad immaginarsi l’evoluzione del rapporto fra il padre e il figlio. Ad un certo punto Gianluca cambierà e farà squadra con il padre. Li volevamo immaginare in un’ottica diversa.
Come avete scelto i personaggi? Sono rimasti fuori le gag del Mafioso e di Gigetto & Niccolò.
Alla prima stesura del film c’erano tanti personaggi, però il film sarebbe durato 4 ore (ride, ndr). Quindi abbiamo dovuto togliere qualcosa e, nella storia che volevamo proporre, i personaggi che avevano più senso erano quelli che abbiamo mantenuto. Poi Gigetto & Niccolò hanno bisogno della scenografia ingrendita e quindi era più complicato da realizzare. Nell’ottica, però, di inserirli in un possibile secondo film… che è quello che cercheremo di fare.
Avete trovato delle difficoltà nel legare tutti i personaggi in un’unica storia?
Si. Inizialmente pensavamo di realizzare tre storie parallele, che non si univano fra di loro. Poi abbiamo pensato al matrimonio di Gianluca con questa famigerata Fabiana e abbiamo pensato che gli altri personaggi potessero essere gli ospiti del matrimonio. Gianluca e Ruggero erano i due personaggi che, cinematograficamente parlando, reggevano di più ad un allungamento della gag.
Fabiana, la fidanzata di Gianluca, si vedrà nel film?
No. Lei è come la moglie di Colombo. Hai mai visto la moglie di Colombo (ride, ndr)? E’ meglio non vederla, perché se la vedi rimani deluso. Poi non è detto che, un giorno, si vedrà…
Quando avete capito che il successo dei Soliti Idioti era tale da poterlo trasportare al cinema?
Quando ce l’hanno chiesto. Vedevamo che le visualizzazioni su internet aumentavano e anche le richieste da parte del pubblico di fare un film. Quando sono arrivate le proposte ufficiali da quattro tra le case produttrici italiane più grandi, abbiamo capito che forse era arrivato il momento giusto. Non che noi ci sentissimo pronti, perché non ti senti mai pronto per una roba del genere. Però ci siamo fidati di Valsecchi e abbiamo fatto bene.
Vi siete fidati e avete sbancato al cinema. Ve lo sareste mai aspettati?
No e non ce lo aspettavamo neanche per il il tour teatrale, dove abbiamo fatto il tutto esaurito. Non potevamo credere che la gente spendesse 7€ per vedere il nostro film. Invece ci hanno stupiti. Il successo è dovuto alla crescita democratica del prodotto, eletto dal popolo del web. Ma pensavamo che “il popolo del web” si scaricasse illegalmente il film. Invece tanti ragazzi sono venuti a vederci al cinema in grupponi organizzati. Non può che farci piacere.
Mentre il popolo del web è unito, avete fatto dividere la stampa. Da una parte Concita de Gregorio ha detto di non capire il vostro successo, dall’altra Aldo Grasso ha scritto che il vostro film propone un ritratto dell’Italia molto più realistico dei telegiornali.
Quando abbiamo visto la pagina di Repubblica ero contentissimo perché eravamo finiti su Repubblica. Non mi interessava neanche quello che c’era scritto. Una volta letto, però, non mi è dispiaciuto per niente. Ero contento di quanto era stato scritto, le critiche sono sempre ben accette. Hanno ragione sia Concita che Aldo Grasso perché il film è inspiegabile (ride, ndr). Però, forse, un senso alla fine ce l’ha: è vero che possono sembrare risate grevi a causa delle parolacce, ma noi cerchiamo sempre di dare un senso a tutto. Cerchiamo di riproporre dei momenti di vita quotidiana che ci hanno fatto ridere e che ci piaceva mostrare. La nostra vittoria è l’essere riusciti a creare un personaggio come Ruggero De Ceglie, che è il concentrato di tutti i difetti possibili dell’essere umano, ed essere riusciti a farlo risultare simpatico. Forse il pregio degli italiani, che hanno sancito il successo del nostro film, è che riescono a riconoscere i propri difetti e a riderne.
Come nascono gli sketch?
Ci mettiamo a sedere in una panchina al parco e osserviamo. Da lì nascono gli spunti, sui quali costruiamo le gag. Cerchiamo di riproporre dei momenti di vita quotidiana che ci hanno fatto ridere e che ci piaceva mostrare.
Quanto passato al trucco per preparare i personaggi? Siete quasi irriconoscibili..
Passiamo da Gianluca che ci mette 10 minuti, a Ruggero che ci mette 4 ore e mezza. Poi cambiando la mimica facciale e il modo di parlare riusciamo a non farci riconoscere. O quasi.
Qual’è la collocazione ideale de I Soliti Idioti fra cinema, tv e teatro?
Tutte e tre. Nel teatro il contatto con il pubblico è impagabile. Il cinema è il sogno che diventa realtà. Mentre alla serie tv non vogliamo riunciare perché lì possiamo fare tante gag che non potremmo fare al altrove.
Alton Brenan 18 Dicembre 2017 il 01:18
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