Uscirà nelle sale italiane il 27 febbraio Fili Invisibili, il documentario diretto da Andrea Papini, che più che un doc può essere definito, con le parole dello stesso regista una storia vera tra Italia, Belgio e India.
La storia vera che Andrea Papini ci vuole raccontare in Fili Invisibili è quella della famiglia Bioni, partendo dal suo capostipite, Lino, e passando poi attraverso la storia dei suoi tre figli. Una storia che abbraccia tanti continenti e tanti personaggi diversi tra di loro per provenienza, esperienza e formazione ma che sono uniti dal legame del sangue, unico e indissolubile.
Fili Invisibili è una sorta di taccuino antropologico e fuori formato, degli appunti poetici sparsi attorno ai destini intrecciati di una famiglia. Passi e percorsi mossi dall’amore.
Il regista Andrea Papini ha realizzato un “appunto a matita” su una eccentrica famiglia di amici. Le riprese, realizzate con una piccola videocamera, sono state editate e ora potranno essere mostrate a un pubblico più vasto di quello familiare. Tutto inizia da Lino Bioni, figlio di cuochi e albergatori, prima studente di ingegneria, poi soldato nella seconda guerra mondiale e prigioniero per tre, che successivamente emigra in Argentina per poi suicidarsi negli anni sessanta in seguito ai disturbi riportati in guerra.
La sua eredità sono i tre figli Manolo, Roberto ed Elena. Roberto ha una famiglia tradizionale, anche se separato. Elena, invece, all’età di trentotto anni, con la piccola figlia Benedetta, si trasferisce in India dove sposa il guru Baba Ji col quale ha altri tre figli e non fa più ritorno al paese.
Manolo ha sposato una sua ex allieva belga conosciuta sui campi da sci con la quale ha una figlia che vive tra Bruxelles – con la mamma Catherine ed il fratello adottivo di origine etiope Alexandre – ed Alagna, un piccolo comune delle Alpi dove lavora papà Manolo. Una famiglia che abbraccia quasi il mondo intero (quattro continenti su cinque) è stata raccontata direttamente dai protagonisti nei loro luoghi di lavoro e di vita.