Il Festival Internazionale del film di Roma, che si terrà dal 9 al 17 novembre, renderà omaggio all’attore Tiberio Murgia, uno dei più grandi caratteristi del cinema italiano, lanciato nel mondo del cinema dal regista Mario Monicelli e indimenticabile protagonista della commedia I Soliti ignoti nei panni del siciliano Ferribotte.
In cartellone al festival ci sarà il film-documentario L’insolito ignoto – Vita acrobatica di Tiberio Murgia realizzato dal critico cinematografico Sergio Naitza e interamente prodotto in Sardegna da Karel – Film and video production di Cagliari, ricordiamo che nonostante Murgia nella sua lunga carriera si sia specializzato nell’interpretazione di personaggi siciliani, l’attore era in realtà di origini sarde.
103 minuti che ripercorrono la carriera di Murgia ma anche e soprattutto la sua storia personale, quella di un sardo che si riscatta dopo un’infanzia e una giovinezza di fame e stenti, decide di emigrare a Roma e attraversa come un funambolo mille vicissitudini personali.
Murgia è scomparso nell’agosto 2010 con all’attivo 155 film, una pietra miliare della commedia all’italiana come sottolinea il regista SergIo Naitza:
Una faccia che bucava lo schermo, quella di Tiberio Murgia. Capello corvino, sopracciglia cespugliose, baffetto malandrino, mento all’insù come a reclamare una nobile alterigia che il Dna di proletario sardo gli negava. Il personaggio che gli aveva cucito addosso Mario Monicelli, di siciliano geloso, focoso, sciupafemmine, ha finito per imprigionarlo: Murgia ha clonato Ferribotte centinaia di volte tra parodie, imitazioni, remake fino a svuotare la caricatura d’ogni efficacia. Oltre la maschera la sua vita picaresca, un’esistenza da acrobata, oscillante fra bugie colossali e arte d’arrangiarsi. Geloso, pasticcione e falso, tombeur de femme di secondo livello, ma anche galante, rispettoso, timido. Insomma un’impostura vivente che ha saputo barcamenarsi nei guai che combinava.
Il produttore Luca Melis racconta la genesi del progetto:
Sin dal momento in cui il regista ci ha parlato del documentario abbiamo colto la validità del progetto: per mesi abbiamo cercato invano possibili fonti di finanziamento, e alla fine abbiamo deciso di produrre interamente noi il film. Lo abbiamo fatto perché crediamo in questo film, ma anche perché sapevamo di avere tutte le capacità e possibilità di trovare in Sardegna le collaborazioni necessarie per portare a compimento una produzione cinematografica, dalla pre produzione all’uscita in sala. Ora, a film fatto, speriamo possa essere di esempio e di stimolo affinché vengano valorizzate le professionalità presenti in Sardegna.
(Fonte Cinemaitaliano.info)