Il Festival di Roma 2011 si è concluso con i film italiani a bocca asciutta. A spiegare i motivi che hanno portato la giuria a preferire i lavori stranieri a quelli nostrani ci ha pensato il ballerino Roberto Bolle:
Abbiamo preso in considerazione i film italiani e sarebbe stato un gran piacere dare un riconoscimento anche a loro, ma la qualità dei film in concorso era molto alta e alla fine quelli che abbiamo premiato erano i migliori, gli italiani venivano dopo: li abbiamo scelti quasi all’unanimità.
Pupi Avati, presente in concorso con Il cuore grande delle ragazze, dopo aver premesso di aver vissuto benissimo l’esperienza capitolina, critica la decisione della giuria (fonte Il Corriere della sera):
Il metro di giudizio ormai è un classico è così prevedibile. Ci sono delle giurie fatte apposta per vivere in una sorta di piccolo snobismo provinciale. Non per fare del campanilismo, ma non credo che i film dei miei giovani colleghi (Cotroneo, Mezzapesa, Spada N.d.R) siano così tanto al di sotto di quelli che hanno vinto. La giuria è come certi critici, c’è bisogno di parlare male del film che piace di più e va premiato il film che nessuno ha preso in considerazione, e che esce, quando esce, in dieci copie. Ognuno ha bisogno di evidenziare il proprio ruolo. E poi scusi, come si può essere giudicati dai ballerini? (Roberto Bolle N.d.R.).
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