E’ stato Il pasticciere, commedia noir diretta da Luigi Sardiello (Piede di Dio), ad inaugurare ieri la trentesima edzione del Festival di Annecy. Il lungometraggio interpretato Antonio Catania, Rosaria Russo, Ennio Fantastichini, Sara D’Amario, Ivan Zerbinati, Antonio Stornaiolo, Silvana Bosi ed Emilio Solfrizzi è stato proiettato in anteprima assoluta alla prestigiosa rassegna francese dedicata al cinema italiano.
La trama del film:
Seguendo le orme paterne, Achille Franzi (Catania) fa il pasticciere. Da piccolo trascorreva le giornate nel laboratorio di pasticceria del padre, i cui consigli rappresentavano una vera e propria guida per interpretare la vita, quasi un vangelo. Oggi che è adulto vive il suo lavoro come una missione, una vocazione per far felice la gente attraverso la perfezione dei dolci. Ma un giorno il caso, o forse il destino, lo strappa via da quella gustosa routine piena di creme e lieviti, di bignè e zucchero a velo. Suo malgrado, inizia un viaggio che cambierà tutta la sua vita. Per sopravvivere, Achille dovrà affrontare prove pericolose, scortato ma anche intralciato da una femme fatale, da un turpe azzeccagarbugli e da una scrupolosissima sbirra. Mentre il viaggio procede, Achille ci racconterà la sua storia, il suo passato: un paradiso di colori pastello, profumi, sapori e ricette segrete.
Sardiello a proposito del film:
Considero Il Pasticciere un film di confine. Tra due paesi separati da una “terra di nessuno”. Tra il bene e il male. Tra il noir e gli altri generi. Tutta la storia ruota attorno al suo personaggio icona. Dolcemente apatico rispetto allo scorrere degli eventi, Achille Franzi è un pasticciere diabetico, segnato da un trauma infantile che lo ha reso incline a essere spettatore della propria vita. Ma il destino, a volte, ci chiede di operare una scelta, ed è quello che Achille sarà costretto a fare, riprendendo a modo suo, in un finale imprevisto, la propria vita. I topoi del noir ci sono tutti: il protagonista che entra nell’identità di un altro; la grande truffa finanziaria; la comparsa di una donna sensuale e ambigua vissuta come opportunità e minaccia; il tarlo del sospetto che agisce in maniera subdola e progressiva; i fili della trama che si chiudono intorno al protagonista: il finale a sorpresa. Ma accanto a questo c’è la ricerca di uno stile, narrativo e visivo, personale: con un filo di ironia che attraversa costantemente gli eventi, con la comparsa del surreale e del non spiegato, con la rarefazione delle atmosfere. Soprattutto, con un tentativo di riflessione sulla vita e il destino.