Dario Argento, prossimo a presentare al Festival di Cannes 2012 fuori concorso il suo Dracula 3D, nelle note di regia del film spiega perché ha scelto di trattare l’argomento vampiri (per riproporre una storia fedele al protagonista dell’opera di Bram Stoker) e perché ha deciso di optare per il 3D (per dimostrare che anche il cinema italiano è capace di destreggiarsi con la nuova tecnologia).
In considerazione del fatto che, ormai da diverso tempo, è andato delineandosi un nuovo filone cinematografico legato alle storie sui vampiri ed affini, appare chiaro quanto ci si sia discostati, attraverso varie contaminazioni, dalla reale rappresentazione del signore delle tenebre: il conte Dracula.
La cinematografia di questi ultimi anni, ha visto venire alla luce pellicole in cui diversi generi si mescolavano, e nei quali i personaggi, oltre ad essere dei vampiri, possedevano poteri sovrannaturali più vicini al mondo della fantascienza, che a quello Horror.
Il susseguirsi di una serie di elementi che esulano dalla concezione classica di intendere l’entità vampiresca, danneggiano, a mio parere, la reale immagine appartenente alla tradizione, così come ci viene tramandata nell’opera di Bram Stoker, tutt’oggi riconosciuto come il romanzo horror per eccellenza. L’intento dunque è quello di un ritorno alle origini, proponendo al grande pubblico e alle nuove generazioni, una fedele rappresentazione del conte Dracula, ispirandosi al libro che racconta la sua storia, ambientata nel 1890 in Transilvania; quindi un film in costume arricchito dalle scenografie e dallo stile gotico dell’epoca.
Al classico letterario, si introduce l’elemento di novità attraverso lo sfruttamento della nuova tecnologia del 3D streoscopico ed ecco che, come direbbe De Saussure, il significante e il significato si fondono in un’unica espressione linguistica in cui la somma di questi due elementi produrranno un film in chiave originale, capace di riavvicinare la platea non solo all’arte cinematografica ma anche alla letteratura classica, da troppo tempo lontana dal grande schermo.
Altresì il nostro progetto, che vedrà impegnata una produzione italiana nella realizzazione di un film in 3D stereoscopico, sicuramente costituirà l’accesso anche per l’Italia, all’uso della nuova tecnologia ormai già impiegata da alcuni anni altrove e che vede il nostro paese deficitario e per certi versi destinato all’arretratezza.
Pertanto con quest’opera si dà l’opportunità ai tecnici di mettersi in gioco e quindi di aggiornare le proprie capacità tecnico-artistiche attraverso l’esperienza che matureranno. Ci permetterà di dimostrare che gli italiani possono realizzare propdotti in 3D stereoscopico e che possono impiegarsi nel futuro anche in questo ambito, mettendo a frutto quello che è stato acquisito.
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