Dieci anni fa moriva Alberto Sordi

Dieci anni fa se ne andava Alberto Sordi. Ne abbiamo parlato a lungo in questo mese e concludiamo il nostro piccolo omaggio con uno dei suoi film più significativi, non tanto nel senso strettamente cinematografico, quanto per quello che rappresenta per la storia del cinema italiano.

Siamo nel 1982 e Alberto Sordi prosegue sulla sua strada di regista. Una strada iniziata nel 1966 e alternata a quella di sceneggiatore che per molti critici, la maggior parte, non è paragonabile a quanto Sordi ha fatto come attore.

Forse è vero, nessuno dei fil diretti da Alberto Sordi ha avuto la stessa fama di quelli da lui interpretati, ma fare l’attore e fare il regista sono due cose ben diverse e solo in rari casi le due attività riescono a viaggiare agli stessi ritmi. Nessun capolavoro, quindi, nella filmografia da regista di Sordi, ma non si può negare che In viaggio con papà sia un film che, a suo modo, ha segnato la carriera e la storia del cinema italiano.

Un passaggio di testimone, voluto e realizzato da Alberto Sordi, che lascia la sua eredità nella mani di Carlo Verdone, un romano come lui, attore e regista anche lui, aveva diretto il suo primo film appena due anni prima, e dalla spiccata capacità di creare dei personaggi sempre diversi, proprio come Sordi.

In viaggio con papà è sicuramente una pellicola che ha molti difetti, ma è la consacrazione di Carlo Verdone come iniziatore di una nuova generazione di attori e di registi. Insomma, la fine di un’epoca e l’inizio di una nuova era. Che poi si possa ritenere migliore la prima, è una pura questione di gusti.

Avremmo potuto parlare di qualche altro grande film di Alberto Sordi, nonostante, infatti, ne abbiamo visto una lunga rassegna, i titoli da includere sarebbero ancora molti, ma oggi, che si celebrano i 10 anni dalla sua scomparsa, sembrava essere il titolo perfetto.

Molto significativo il finale, quando il padre sembra voler abbandonare il figlio sul ciglio della strada, per poi tornare indietro a riprenderlo.

Un film che, letto a posteriori, ci vuole dire che Alberto Sordi era cosciente della sua grandezza e lo era anche dei tempi che stavano velocemente cambiando come del fatto che la sua forza iniziava a scemare e ha voluto, da grande artista quale era, dire a tutti che il suo cinema sarebbe continuato ancora, sotto un’altra forma e con altri interpreti, ma, sicuramente, con l’impronta della sua mano.

 

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