Pare proprio che non ci sia stata gara in questa edizione 2015 dei David di Donatello, in cui il film di Francesco Munzi, “Anime Nere”, ha portato a casa il maggior numero di statuette.
Naturalmente fra le statuette, la più ambita, quella per il Miglior Film, per la quale era in concorso con “avversari” di tutto rispetto come “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo, “Il giovane favoloso” di Mario Martone, “Mia Madre” di Nanni Moretti e “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi.
Insomma davvero una bella soddisfazione per Munzi, che con il suo film raggiunge la quota di ben 9 statuette: miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura (Francesco Munzi, Fabrizio Ruggirello, Maurizio Braucci), migliore produttore (Cinemaundici e Babe Films, con Rai Cinema), migliore autore della fotografia (Vladan Radovic), migliore musicista (Giuliano Taviani), migliore canzone originale (`Anime nere´ interpretata da Massimo De Lorenzo, musica e testi di Giuliano Taviani), miglior montatore (Cristiano Travaglioli) e miglior fonico di presa diretta (Stefano Campus).
Ricordiamo che Munzi, diplomato in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1998, debutta alla regia di un lungometraggio con “Saimir” del 2004, presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del cinema di Venezia, dove riceve la menzione speciale del Premio Luigi De Laurentiis Opera Prima. Sarà poi la volta di “Il resto della notte,” presentato nella Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes.
È con “Anime Nere”, ispirato all’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco, che il regista raccoglie il maggior consenso, che lo ha portato al trionfo attuale.