Cinema Italiano, incassi in calo: le riflessioni di Luca Miniero e Paolo Genovese

Asca ha contattato Luca Miniero, Paolo Genovese e Massimiliano Bruno per chiedere una riflessione sul problema del calo degli incassi cinematografici che ha colpito le sale durante natale (18 milioni 470 mila euro contro i 21 milioni 249 mila dei tre giorni del 2010, con un decremento del -13,08%, e 2 milioni 520 mila spettatori nel 2011 contro 2 milioni 966 mila dello scorso anno, pari a -15,01%). Ecco cosa hanno detto:

La situazione potrebbe riflettere la generale caduta dei consumi nel periodo natalizio. Di certo occorre un rinnovamento, non solo per la commedia che esce a Natale. Forse, come in tutti i paesi europei, la commedia deve fornire con leggerezza una chiave di lettura della società e forse all’interno di un modello industriale bisogna rischiare di più e cercare temi che non siano sempre gli stessi. Questa bassa propensione al rischio vale per tutti gli ambiti non solo per il cinema. Ma alla fine la commedia non sta così male, anzi. I film cosiddetti d’autore purtroppo hanno la febbre alta. (Luca Miniero)

Sono ottimista. Il cinema nazionale è arrivato al 40% rispetto a quello straniero, dato più alto in Europa. Questo vuol dire che agli italiani piacciono i film italiani e, numeri alla mano, piacciono le commedie. Il pubblico c’è e ci sarebbe. A noi la responsabilità di farlo entrare in sala. (Paolo Genovese)

I cinema della passata stagione ci hanno abituato a leggere dati troppo alti. Penso che, con il nuovo anno, dovremo abituarci a leggere nuovi dati, come quelli di questo ultimo periodo, tranne rare eccezioni. A giudicare dai risultati il pubblico comincia a soffrire la superficialità e la ripetitività. In giro, poi, si vedono locandine di pellicole in uscita tutte uguali: sembrano film già visti e rivisti. Negli ultimi due anni c’è stata una maggiore attenzione al made in Italy politicamente scorretto, quel cinema che graffia senza fare male e alla commedia piu’ intelligente, gradita dal pubblico. Siamo pronti per essere più intelligenti. Registi e sceneggiatori devono cominciare a comunicare qualcosa di più profondo anche nella commedia stessa. (Massimiliano Bruno)

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