Dopo il trionfo con l’Orso d’oro al Festival di Berlino seguito dall’uscita nelle sale lo scorso 2 marzo, torniamo ad occuparci dei Fratelli Taviani e del loro Cesare deve morire con un approfondimento in cui vi proponiamo la colonna sonora ufficiale, composta a quattro mani da Giuliano Taviani e Carmelo Travia e tre clip del backstage della pellicola.
01 – Cesare Deve Morire (Solo sax)
02 – Cesare Deve Morire
03 – Ave Cesare
04 – Prove In Cella
05 – Il testamento di Cesare
06 – Roma E Libertà
07 – Fatti Loro
08 – Cesare Deve Morire (Titoli di testa)
N.B. Per ulteriori informazioni sulla colonna sonora cliccate QUI.
SINOSSI DEL FILM:
Teatro del carcere di Rebibbia. La rappresentazione di Giulio Cesare di Shakespeare ha fi ne fra gli applausi. Le luci si abbassano sugli attori tornati carcerati. Vengono scortati e chiusi nelle loro celle.
SEI MESI PRIMA
Il direttore del carcere e il regista teatrale interno spiegano ai detenuti il nuovo progetto: Giulio Cesare. Prima tappa: i provini. Seconda tappa: l’incontro con il testo. Il linguaggio universale di Shakespeare aiuta i detenuti-attori a immedesimarsi nei personaggi.
Il percorso è lungo: ansie, speranze, gioco. Sono i sentimenti che li accompagnano nelle loro notti in cella, dopo un giorno di prove. Ma chi è Giovanni che interpreta Cesare? Chi è Salvatore – Bruto? Per quale colpa sono stati condannati? Il fi lm non lo nasconde.
Lo stupore e l’orgoglio per l’opera non sempre li liberano dall’esasperazione carceraria. Arrivano a scontrarsi l’uno con l’altro, mettendo in pericolo lo spettacolo. Giunge il desiderato e temuto giorno della prima. Il pubblico è numeroso e eterogeneo: detenuti, studenti, attori, registi.
Giulio Cesare torna a vivere, ma questa volta sul palcoscenico di un carcere. è un successo. I detenuti tornano nelle celle. Anche “Cassio”, uno dei protagonisti, uno dei più bravi.Sono molti anni che è entrato in carcere, ma stanotte la cella gli appare diversa, ostile. Resta immobile. Poi si volta, cerca l’occhio della macchina da presa. Ci dice: “Da quando ho conosciuto l’arte, questa cella è diventata una prigione”.
VIDEO BACKSTAGE: