Marco Bellocchio parla a Il corriere della sera di Bella addormentata, il film che porterà in concorso al Festival di Venezia 2012. Il regista spiega la genesi della sua opera:
Mi sono messo a scrivere una specie di farsa grottesca sul nostro Paese. Si intitolava Italia mia e anche se il protagonista non si chiamava Berlusconi era evidente che si ispirasse a lui. Proponendola, però, ho ricevuto troppi dinieghi. Non piaceva. Nessuno voleva produrla. Così mi è tornata in mente la storia di Eluana … della realtà ho conservato solo la cronologia: i sette giorni che vanno dal 3 febbraio, quando Eluana lasciò Lecco dove era ricoverata per raggiungere la casa di cura La Quiete di Udine, fino al 9 febbraio, quando la ragazza ha cessato la sua vita vegetativa. mentre passano quei giorni, scanditi dalle televisioni di mezzo mondo, io racconto tre storie diverse: quella di un senatore del Pdl e di sua figlia, quella di una tossicodipendente che vuole mettere fine alla sua vita e quella di un’attrice francese che ha una figlia in coma.
A proposito della scelta del titolo Bellocchio dice:
Volevo che lo spettatore, alla fine di un film tutto costruito sullo scontro tra la vita e la morte, pensasse che c’è anche la possibilità che qualcuno riesca a svegliarsi, a sconfiggere la morte. Non mi riferisco certo a Eluana Englaro, non me lo permetterei mai, ma la storia di Rossa e di Pallido, di Maya Sansa e di Pier Giorgio Bellocchio, potrebbe, dico potrebbe, far pensare a un risveglio: lei è una ragazza autodistruttiva che cammina pericolosamente sul cornicione della vita, lui è un giovane medico deciso a salvarla ad ogni costo.