Una storia vera che corre per venti anni, durante tutto il periodo fascista, da quando vennero abolite le associazioni, fino alla fine della guerra.
Gianni Aureli porta sullo schermo Aquile randage, una storia di eroismo nell’Italia fascista, quando Mussolini chiuse le associazioni giovanili, ma un gruppo di scout lombardi non vollero mollare e si incontravano da clandestini, come i partigiani.
Si tratta della storia vera, e poco conosciuta, del gruppo della Aquile randage, di Andrea Ghetti e Giulio Cesare Uccellini, che non vollero chiudere lo scoutismo come i giovani che li seguirono.
Il regime voleva avere il controllo dei giovani, fin dall’infanzia, e introdusse le associazioni di Stato, come i Balilla, per sopprimere tutte le altre.
Il film racconta una storia importante, così importante che lo stesso regista trova sconfortante che non sia conosciuta. Debutterà oggi nelle sale, dopo la presentazione con successo di critica al Giffoni Film Festival.
Il film e la storia
Andrea Ghetti e Giulio Cesare Uccellini sono i protagonisti assieme ai ragazzi, tutti tra i 14 e i 20 anni. La parola d’ordine è resistenza. Resistenza al regime, per aiutare gli altri, con coraggio e decisione.
Una storia ancora attuale, perché racconta di valori giovanili, che oggi molti vorrebbero in crisi.
“Valori che, soprattutto oggi, devono essere memoria storica e viva – racconta il regista – I motivi per raccontare un film sulle Aquile Randagie sono quindi molteplici: raccontare una parte di storia d’Italia che in ben pochi conoscono, rendere omaggio a una storia di coraggio realizzata da giovani, essere d’ispirazione per i giovani di oggi. Si tratta di un film diretto ai giovani, che vuole parlare loro con le parole dei giovani di un’altra epoca, quando un altro mondo sembrava impossibile, ed invece il cambiamento si realizza proprio grazie a loro: forse eroi, certo giovani fedeli e ribelli”.
Una storia che corre per venti anni, durante tutto il periodo fascista, da quando vennero abolite le associazioni, fino alla fine della guerra.
Il film è ambientato là dove i ragazzi si riunivano in clandestinità, come in Val Codera, anche se il regime ne conosceva i passi e li fece spiare. Un gruppo di ragazzi il cui coraggio ha fatto si che lo scoutismo non morisse, e rinascesse dopo l’armistizio con la fondazione dell’OSCAR, l’Organizzazione Scout Cattolica Assistenza Ricercati, che addirittura si occupò di far espatriare gli antifascisti in Svizzera.