Nato nel 1922 a Bologna, Pierpaolo Pasolini è stato uno dei più grandi artisti del ‘900 italiano. Eclettico, versatile e geniale, ha lasciato in eredità poesie, canzoni, film e romanzi.
Un personaggio sicuramente scomodo, Pasolini, un uomo e un intellettuale che non ha mai avuto paura di mettere in piazza le sue idee e i suoi giudizi, motivo per cui, molto probabilmente, a lui è stata riservata una tragica fine, ancor prima di arrivare ai 55 anni.
Pierpaolo Pasolini, infatti, è stato trovato morto sulla spiaggia di Ostia nel novembre del 1975 e le circostanze della sua morte rimangono ancora avvolte nel mistero.
Nella sua breve ma intensa carriera Pasolini ci ha lasciato una grande eredità, che è quella del suo genio e della trasposizione in parole e immagini del suo pensiero. Di questa eredità una parte considerevole è composta dalle sue opere cinematografiche.
Pierpaolo Pasolini inizia la sua attività nel cinema come soggestista e sceneggiatore, per poi diventare, lui stesso, un regista. Il suo modo di fare cinema rimane un caso quasi unico nella storia cinematografica italiana: per lui il cinema è una continuazione della letteratura, due modalità di interpretare la realtà che vanno di pari passo e che possono interagire tra loro.
Il cinema entra nella sua vita con Giorgio Bassani che lo chiama per la sceneggiatura de La donna del fiume (1954). Dopo a pubblicazione del suo romanzo Ragazzi di vita, forse uno dei suoi scritti più famosi, saranno in molti i registi che lo cercheranno per le loro sceneggiature.
Poi arriva per lui il momento di cimentarsi alla regia. Il suo primo lavoro è Accattone del 1961, nel quale riprende personaggi e tematiche di Ragazzi di Vita, poi arrivano Mamma Roma e La ricotta. Una carriera da regista che procede spedita, nonostante la critica e il pubblico non sempre riescano a riconoscere la grandezza e le implicazioni sociali del suo modo di fare cinema.
Ma Pasolini continua nel suo impegno e crea altri capolavori: Il Vangelo secondo Matteo, Uccellacci e uccellini, Teorema, Medea, e molti altri, nei quali la cifra stilistica personale dell’autore è sempre ben riconoscibile, quella cifra stilistica che lo porta ad indagare la realtà nei suoi aspetti più difficili e miseri: proprio per questo Pasolini sarà ricordato, ora e sempre, come un intellettuale vero, di quelli scomodi, quelli che devono essere messi a tacere.