Protezione o protezionismo? Il plauso dell’Anica al provvedimento sulle quote per il cinema

Se tutto andrà come previsto, a partire dal luglio di quest’anno il cinema italiano, quello ancora in fieri, avrà una possibilità in più di passare dal potenziale al reale.

Grazie, infatti, al decreto proposto dai due ministri Passera e Ornaghi, le emittenti televisive dovranno utilizzare una parte dei ricavi annuali per investire nella produzione di pellicole italiane. Inoltre, nel decreto vengono anche imposti i limiti minimi di tempo dedicato ai film italiani per ogni emittente.

Bene, secondo le principali associazioni di categoria, il decreto sulle quote per il cinema italiano è una grande occasione per ridare ossigeno e vitalità alle nostre produzioni. L’Anica per prima, seguita poi anche dall’AGP, ha salutato con soddisfazione questo provvedimento che, atteso da molti anni, sembra che finalmente stia prendendo vita.

Si tratta, secondo Riccardo Tozzi, presidente dell’Anica,

del passo decisivo per dare attuazione alla legge 122 del 1998. Abbiamo dovuto aspettare anni, ma oggi, grazie al mutato atteggiamento del Ministero dello Sviluppo Economico, finalmente il cinema può uscire dalla sudditanza nei confronti della televisione.

Dello stesso avviso anche Martha Capello,Presidente AGPC che crede che

Con regole più precise e trasparenti il settore riprende fiducia e favorisce il coinvolgimento nei film di investitori esterni, finora scettici date le poche certezze nei rientri. Il prossimo passo sarà dimostrare alle televisioni che impostando un sano sistema di rotazione dei fornitori potranno creare un volano di lavoro più ampio che garantirà maggiore qualità ai prodotti

Arrivando alle cifre, si tratta di circa 200 milioni di euro annui che il cinema italiano riceverà per il suo rilancio e per avere delle possibilità in più di lottare, ad armi pari, contro la concorrenza della televisione e di quanto arriva dall’estero. Ma, e il dubbio nasce spontaneo, un provvedimento atto a portare maggiore denaro in questa fetta dell’intrattenimento, sarà sufficiente a raggiungere gli obiettivi prefissati?

Sarà sufficiente questa iniezione di denaro, perché di questo si tratta, a dare nuova linfa vitale ad un cinema che, con le dovute eccezioni, è stanco e privo di idee? I fatti sembrano dimostrare una realtà diversa…

 

 

1 commento su “Protezione o protezionismo? Il plauso dell’Anica al provvedimento sulle quote per il cinema”

  1. “Sarà sufficiente questa iniezione di denaro, perché di questo si tratta, a dare nuova linfa vitale ad un cinema che, con le dovute eccezioni, è stanco e privo di idee? I fatti sembrano dimostrare una realtà diversa…”

    Stanco e privo di idee?
    La stagione 2012 è stata la più premiata a livello internazionale da lustri: un risultato che corona anni di rilancio sia commerciale (in Italia) che artistico (vecchi maestri che ancora graffiano, giovani che emergono dove conta).
    Ciò che scarseggia è proprio il denaro, quello che serve per produrre i kolossal che oggi non si fanno più ma che si dovrebbero fare (vedi il “Leningrad” di Tornatore).

    Preferisci forse che i soldoni li scialino solo i mangiatori di formaggio francesi?

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