Pippo Delbono è un artista dalle mille sfaccettature e sempre in movimento. La sua vita si divide tra cinema e teatro: da poco ha debuttato allo Strehler di Milano con Orchidee, lo abbiamo anche visto a Cannes come interprete de Un château en Italie di Valeria Bruni Tedeschi e di Henri di Yolande Moreau e, nel frattempo, Pippo Delbono sta anche ultimando Il Sangue.
Oltre a questo, Pippo Delbono arriverà sui grandi schermi italiani il 27 giugno con Amore Carne, pellicola sperimentale girata con un iPhone e piccole cineprese.
Amore Carne è il racconto di un anno e mezzo che Pippo Delbono ha passato in giro per il mondo, fatto solo attraverso le immagini e le situazioni che si possono cogliere attraverso i piccoli schermi di un telefonino o di una telecamera.
Un film che sicuramente non può essere giudicato con lo stesso metro con il quale si giudicano tutte le altre pellicole, né, come dice lo stesso regista
è certo un film che si valuta con gli incassi del week end. Come in teatro, dove lavoro a 360 gradi con libertà, anche nel cinema io sono uno fuori dagli schemi.
I piccoli strumenti che Pippo Delbono ha utilizzato per la realizzazione di Amore Carne gli hanno permesso di cogliere attimi e situazioni che non avrebbe potuto catturare in nessun altro modo durante gli incontri con Laurie Anderson, Irene Jacob, Tilda Swinton, Marisa Berenson e molti altri, personaggi ormai fondamentali della formazione artistica e personale di Pippo Delbono:
Ciascuno offre frammenti di vita, con le parole, con la danza, con la musica. O con i gesti, come fa Bobò, l’attore sordomuto e analfabeta che ha vissuto per 50 anni in manicomio e da 15 anni lavora con me. Marisa Berenson ha voluto conoscerlo, ho filmato l’incontro nel teatro dell’Aquila. Può essere un documento, poco dopo il teatro è scomparso sotto il terremoto.
In Amore Carne Pippo Delbono affronta anche un tema scottante. Quello dell’HIV, malattia con la quale il regista ha imparato a convivere:
Conosco il risultato dell’esame da 22 anni, convivo con questo male oscuro dovuto ad amore e carne, ma l’ho ricostruito per finzione, l’ho fatto perché ci sono ancora troppe remore morali sull’argomento.
Una parte molto importante di Amore Carne è dedicata alla madre di Pippo Delbono, scomparsa da poco:
La guardo dal piccolo schermo della macchina fotografica, so che cosa sta per dire, sempre le stesso cose. Sentivo che dovevo riprenderla, una spinta dell’inconscio, allora stava bene, non immaginavo che mi avrebbe lasciato dopo poco tempo.
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