Alberto Sordi Story: “Il Vigile” 1960

Al motto di ‘Lei non sa chi sono io!‘ Luigi Zampa, con la complicità di due mattatori d’eccezione come Alberto Sordi e Vittorio De Sica, costruisce una commedia divertente e molto realistica che, come nella moda di quegli anni, punta il dito contro il modus operandi tipico degli italiani al potere.

Qui Alberto Sordi, giunto alla sua ottantesima interpretazione, è Otello Celletti, disoccupato che ha il sogno di diventare vigile motociclista. Un caso fortuito lo porta ad ottenere l’ambita divisa e lui cerca di fare il suo dovere al meglio delle proprie capacità, anche se i risultati sono piuttosto scarsi.

Tutto sembra scorrere per il meglio, fino al momento in cui si trova a dover gestire un immenso ingorgo causato da una macchina in panne. Sulla vettura, però, non una persona qualsiasi, ma Sylva Koscina. Bella, sensuale e ammaliante riesce a non farsi multare dal ligio vigile e dichiarerà la sua ammirazione per questo nobile gesto anche in diretta televisiva, durante la puntata de Il musichiere di cui è ospite.

Otello è felicissimo e soddisfatto, fino a che il sindaco (interpretato dal mirabile Vittorio De Sica) lo richiamerà all’ordine e alle sue responsabilità. Monito che viene fin troppo preso sul serio da Otello, che multerà lo stesso sindaco per eccesso di velocità. Ne consegue la sua destituzione e una bagarre politica che arriverà al processo e alla reintegrazione in servizio del vigile motociclista. Sarà poi il destino -non più il vigile, che ha capito che la legge non è uguale per tutti- a punire il sindaco per la sua ennesima contravvenzione alle regole.

Commedia dai risvolti amari, Il Vigile è una delle interpretazioni più famose di Alberto Sordi. Un personaggio che aggiunge un altro tassello al mosaico attoriale di Sordi, qui perfetto nell’interpretare l’ingenuo fannullone incapace di comprendere appieno le dinamiche del potere ma costretto ad adeguarvisi perché, come tutti, ha una famiglia a cui pensare.

Il Vigile vive dell’interpretazione della coppia Sordi-De Sica che riesce a tenere in piedi una commedia la cui sceneggiatura, seppur mutuata da un fatto realmente accaduto, manca di una reale solidità.

 

 

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