Siamo nel 1968, anno in cui l’Italia è teatro di grandi rivolgimenti socio-culturali che passano dalla manifestazioni in piazza e dalle contestazioni contro l’ordine prestabilito e il sistema economico e sociale dell’Italia.
Ed è inevitabile che tale contesto di fermento influisca anche sul cinema che a suo modo fa sue le istanze del popolo. Arriva così nel 1968 Il medico della mutua, film geniale diretto da Luigi Zampa, con la sceneggiatura scritta dallo stesso regista con il supporto di Sergio Amidei e di Alberto Sordi, il quale, ovviamente, ne è anche il protagonista.
A metà tra commedia e denuncia, Il medico della mutua fu un film che creò un grosso scalpore alla sua uscita, proprio perché per la prima volta un regista portava sui grandi schermi, in maniera così nitida, seppur fingendo di nascondersi dietro il velo della commedia, la verità dell’Italia del boom economico, dove ormai il denaro è divenuto principio unico e basilare al quale dedicare gli sforzi di un’intera esistenza.
Ne Il medico della mutua Alberto Sordi interpreta il Dott. Guido Tersilli. L’obiettivo del giovane medico è riuscire ad aprire un suo studio a Roma, unico mezzo possibile per ripagare la madre, e se stesso, dei tanti sacrifici fatti per guadagnarsi quella posizione. Per riuscire nel suo intento con il minor sforzo possibile la strada migliore è quella della convenzione con la
Una convenzione che vuol dire guadagnare sulla quantità di mutuati che si riesce ad ottenere e il dott. Tersilli, aiutato da madre e fidanzata, riescono ad ottenerne un buon numero. Ma non è ancora sufficiente e il dottore cerca una via ancora più comoda: sedurre l’anziana moglie del Dott. Bui, anch’egli ormai anziano, aspettando la sua dipartita per accaparrarsi anche questi altri mutuati. Obiettivo raggiunto anche questa volta, ma forse Tersilli ha esagerato.
Oltre 3000 mutuati sono una grande fonte di guadagno, ma anche di forte stress. Tersilli ha un collasso ma non può curarsi a dovere, dovendo difendere moglie e mutuati dall’attacco degli altri medici. Il finale de Il medico della Mutua è quantomai grottesco e rappresentativo delle brutture dell’Italia di quegli anni e anche dei successivi: Tersilli, comodamente seduta nel terrazzo di casa sua con in mano un drink, che visita i malati al telefono.