Alberto Sordi Story: “Il giudizio universale” 1961

La coppia De Sica – Zavattini è stata una delle colonne portanti del neorealismo italiano, ma qui, ne Il Giudizio Universale, i due hanno fatto il tentativo, purtroppo mal riuscito, di deviare verso il surrealismo, ma l’obiettivo non è stato centrato, seppur l’idea di base della pellicola -e con essa il grande cast scelto- ne avesse tutto il potenziale.

Il Giudizio Universale è una commedia corale ambientata a Napoli e gli attori voluti dal produttore De Laurentiis sono la creme del periodo: Alberto SordiNino ManfrediVittorio GassmanFernandelRenato RascelSilvana ManganoErnest Borgnine e Lino Ventura, solo per citare alcuni dei presenti.

Tutti a Napoli, nel giorno in cui è previsto il giudizio universale. L’appuntamento è per le ore 18, come insistentemente comunica una misteriosa voce, e tutti si preparano, ognuno a suo modo, a dare l’addio a questo mondo. Una sequenza disordinata di piccoli episodi narra come ogni tipologia di uomo affronta la possibilità della morte. Tante scene una dietro l’altra dalle quali emerge, purtroppo, una difficoltà del regista a gestire un cast del genere, sia come numero che come qualità artistica.

Una sorta di grande confusione dalla quale spicca un Alberto Sordi al massimo della sua ispirazione e Vittorio Gassman nel suo episodio insieme a Renato Rascel.

Il personaggio di Sordi, un becero delinquente la cui attività è vendere i bambini italiani in America, è tratteggiato in maniera sublime. Si tratta di uno dei peggiori personaggi mai interpretati da Alberto Sordi: malvivente cinico e abietto tradotto sullo schermo in modo crudele ma quanto mia divertente.

 

 

 

 

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