Addio a Piero Tosi, il sarto del cinema che vinse l’Oscar

Non era un attore, non era un regista, ma Piero Tosi ha lavorato con i migliori, rendendo il cinema migliore. Forse molti film non sarebbero stati gli stessi, senza i suoi costumi che vestirono Anna Magnani, Claudia Cardinale, Paolo Stoppa, Dirk Bogarde o Silvana Mangano.

È stato protagonista nei migliori film italiani, dal Gattopardo a Morte a Venezia, chiamato da Visconti, Fellini, Zeffirelli e Monicelli.

Vestì Sofia Loren in Matrimonio all’italiana, e la Callas in Medea di Pasolini. Era il terrore dei registi, per il suo carattere, ma anche il migliore della sua generazione. Definito geniale, ha dato un contributo enorme al cinema, riuscendo a vestire tutti gli attori e gli attrici, esaltandone la personalità.

Il lavoro di Piero Tosi

Piero Tosi portò i sogni nel cinema, trasformando gli attori. Nato a Sesto Fiorentino nel 1927, il grande costumista si è spento a Roma, dopo aver vestito generazioni di attori e attrici. Tra le tante Charlotte Rampling, di cui esaltò il seno in Portiere di Notte, mentre per Bellissima creò un vestito per Anna Magnani. Nel Gattopardo vestì di bianco Claudia Cardinale e di eleganza Paolo Stoppa.

I suoi vestiti si fondevano nelle straordinarie inquadrature che Visconti esaltò in quel film storico, che forse non sarebbe stato lo stesso senza il grande costumista.

Piero Tosi è stato un patrimonio del cinema italiano e mondiale, mai banale, sul set e nella vita, tanto da essere un divo, quasi capriccioso, che terrorizzava Fellini.

Veniva dall’Accademia delle Belle Arti di Firenze, conosceva Shakespeare e si era formato nella bottega di famiglia. Nel cinema entrò con Franco Zeffirelli, amico e mentore, che lo portò da Visconti per fargli da assistente alla regia a teatro.

E con Visconti instaurerà un sodalizio di 25 anni, tra una collaborazione con Monicelli e un lavoro con Bolognini, forse quello con cui lavorò meglio. Anche con la Callas ebbe un ottimo rapporto, creativo e confidenziale, così come con Claudia Cardinale, che ritirò per lui l’Oscar del 2014, perché Tosi non voleva volare.

Tra i suoi successi anche altre cinque nomination per la statuetta più importante, frutto di una vita di lavoro, di un carisma eccezionale e di una personalità che colpì anche Fellini, a cui sapeva anche dire di no.

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