Vittoria Puccini descrive Elena, la ragazza borghese impiegata in fabbrica che si innamora di un operaio (Michele Riondino), protagonista femminile di Acciaio, il drammatico scritto e diretto da Stefano Mordini (fonte La Repubblica):
Sono una laureata che lavora negli uffici e decide chi licenziare. Acciaio fotografa la realtà difficile che stiamo vivendo. Sono entrata in tutti gli uffici, anche in una stanza dove c’è un calendario che indica i giorni senza incidenti sul lavoro. Si riazzera tutte le volte. Fa veramente impressione.
A proposito dell’esperienze che ti segnano la vita, l’attrice aggiunge:
Entrare alla Lucchini è stata un’esperienza pazzesca, la sera avevamo la faccia nera. Ma gli operai che lavorano lì dentro, in quel posto così aspro, sono gentili, disponibili a raccontarti la loro vita. E’ stato come trovare gli angeli all’inferno. Una fabbrica siderurgica è l’inferno: le colate di lava, il calore. E’ stato uno scambio umano fortissimo. Tutta Piombino è collegata alla fabbrica: ci hanno lavorato padri, figli, nipoti. Per quanto siano provati e rischino la vita, gli operai parlano con rispetto del luogo di lavoro. Hanno una grande dignità e meritano rispetto.
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