Cristina Comencini, a cinque anni da La bestia nel cuore, è pronta a tornare in concorso al Festival di Venezia con Quando la notte, il film tratto dal suo omonimo romanzo (fonte La repubblica):
Sono felice. Amo la Mostra. Ed è importante essere scelti per il concorso. Gareggiare è bello, anche se poi c’è una parte che ti fa paura. Quando fai un film non realizzi davvero come sia finché non lo vedi con il pubblico, finché non leggi le recensioni. Anche se fai finta di niente, la prima cosa, la mattina dopo la proiezione, è cercare i giornali, leggere i giudizi. Ti aiutano a capire, anche quelli superficiali.
La regista, che nel film tratterà il lato oscuro della maternità, spiega:
La mia è una storia a tre: un bambino, un uomo, una donna, nei loro sentimenti più ancestrali. I miei due protagonisti, Filippo Timi e Claudia Pandolfi, s’incontrano in un momento particolare: lui è stato lasciato dalla moglie, lei in vacanza con il figlio. Colui che ha sofferto l’abbandono della propria madre, salva la vita a questa madre nel suo momento buio. Il loro incontro scatena una tensione che diventa una conoscenza totale e profonda tra loro, a prescindere da quanto tempo passeranno insieme.
Il film sarà differente dal romanzo, a partire dai monologhi interiori, totalmente assenti:
Ho reso il racconto il più oggettivo possibile. Nessuna voce fuori campo. Dialoghi scarni, silenzi infiniti. Il film dà più spazio al rapporto con la natura, alla montagna …