Carlo Verdone interviene sul dibattito riguardante il calo degli incassi dei cinema italiani proponendo il suo punto di vista all’Asca:
Credo che più che chiedersi dove vada la commedia, bisognerebbe analizzare le reali disponibilità di una famiglia dal punto di vista economico. Se, come ho letto oggi, un italiano su quattro è a rischio povertà, bisogna prendere atto che tutti gli intrattenimenti, eventi culturali compresi, soffriranno di minor affluenza di pubblico pagante. Non credo che ci sarà una fuga totale dal cinema o dal teatro. E’ chiaro che il pubblico, in questo momento, prima di fare uno sforzo economico si informerà attentamente sulla bontà del prodotto. E bontà del prodotto per me significa anche novità.
La ricetta per convincere gli italiani, in periodo di crisi, ad andare al cinema ha bisogno di due ingredienti fondamentali, la novità e la qualità:
Se non si punta ad una novità, realizzata bene, non ci saranno grandi stimoli a spendere dei soldi. Arrivano prima o poi dei momenti in cui il pubblico volta pagina o chiede che si volti pagina. La scelta mirata di un tema attuale, lo stile nuovo o abbastanza inconsueto per una commedia, il coraggio di lanciare nuovi attori o esaltare ai massimi livelli quelli della ‘vecchia guardia’ (e qui faccio l’esempio dell’ottimo Bentivoglio in ‘Scialla’), sono elementi che incoraggiano uno spettatore. Credo che il puntare su una qualità assoluta sia l’unica arma vincente. Non credo di dire cose rivoluzionarie, ma è chiaro che alla stanchezza di ‘un già visto’, il pubblico chiede più coraggio e novità. Se mancheranno questi due elementi non ci potremo aspettare nulla di eclatante. Anzi rischiamo un danno: quello di rendere improvvisamente vecchio lo stesso cinema. Più che di furbizia, che non mi pare stia sortendo alcun effetto c’e’ bisogno di un nuovo coraggio e il saper intercettare i segnali che ci manda la realtà di oggi e raccontarli con efficacia e sincerità.